martedì, giugno 28, 2005

Petrolio verso "quota 80" ???

Paura di "quota 80"
Rivivremo lo choc di trent´anni fa? Molti credono a una crisi mondiale imminente.
Il petrolio supera i 60 dollari a barile e i pessimisti ormai considerano ripetibile la "quota 80", il prezzo che fu raggiunto nei drammatici choc energetici di trent´anni fa. Tre eventi possono spiegare il nuovo record: 1) la vittoria di un falco in Iran peggiora la tensione nel Golfo; 2) la Cina, sempre più assetata di energia ha lanciato una storica Opa su una compagnia petrolifera americana; 3) è in atto da mesi il recupero del dollaro sull´euro, che amplifica gli effetti del rincaro sull´economia italiana.
Il risultato delle elezioni iraniane che hanno incoronato un estremista antioccidentale, aggrava l´instabilità geopolitica nella regione del mondo che è la principale fonte di petrolio. Nello scenario più catastrofico la prosecuzione del programma nucleare di Teheran - "l´atomica degli ayatollah" - può sfociare in un attacco militare di Israele o degli Usa, con serie conseguenze sui flussi di approvvigionamenti petroliferi dal Golfo persico. La vittoria di Ahmadinejad cancella le speranze di un disgelo politico fra Teheran e Washington, che poteva sbloccare gli investimenti occidentali necessari per modernizzare gli impianti e aumentare la capacità di estrazione. In Iran infatti, come nel devastato Iraq, la produzione di petrolio resta molto inferiore alle potenzialità, per dei limiti strutturali legati da una carenza di investimenti. C´è un´altra strozzatura industriale che limita l´offerta di benzina e gasolio e fa esplodere i prezzi: nonostante la lunga galoppata al rialzo, le compagnie petrolifere dei paesi ricchi hanno investito poco per potenziare le raffinerie. Le multinazionali del settore si comportano come se non credessero che il boom mondiale dei consumi energetici durerà a lungo, e quindi non vogliono esporsi accumulando troppa capacità di raffinazione. Siamo sicuri che sbaglino le loro previsioni? Stanno sottovalutando la tenuta dell´economia americana e il vigore della crescita cinese? O invece "sanno" qualcosa che noi non sappiamo? Il comportamento delle multinazionali petrolifere è parallelo a quello dei mercati finanziari che continuano a mantenere tassi d´interesse a lungo termine molto bassi: sembra che molti scommettano su una crisi mondiale imminente. Possono sbagliarsi, ma a volte queste profezie hanno il potere di autoavverarsi. A furia di spingere al rialzo il costo dell´energia, c´è il rischio che la Cina non riesca più a sfornare ritmi di crescita del 9% annuo, e che gli Usa non "tengano" alla loro velocità di equilibrio del 3%. Se il mondo rallenta l´Europa continentale, che è già a crescita zero, finirà ancora peggio. Gli ultimi due choc energetici avvennero nel 1974 e nel 1977, spedirono il petrolio oltre 80 dollari al barile (in valore attuale), e furono gli anni più duri dopo la seconda guerra mondiale. Crearono il mostro della stagflazione: stagnazione economica, alta disoccupazione, aggravata da un´inflazione a due cifre che distruggeva il potere d´acquisto dei consumatori. Allora la lira debole mise in ginocchio l´Italia, ma anche oggi, se l´euro dovesse continuare a perdere quota sul dollaro, la bolletta energetica sarà ingigantita... con buona pace dei nostalgici delle svalutazioni! A dispetto delle previsioni più catastrofiste, la Cina continua per ora a essere la locomotiva dello sviluppo mondiale e il suo boom economico è una delle cause di lungo termine del rincaro petrolifero (+67% in un anno). La sete di energia spiega la mossa clamorosa del governo cinese che ha autorizzato l´azienda pubblica Cnooc a lanciare una scalata da 18,5 miliardi di dollari sulla compagnia petrolifera californiana Unocal, che controlla ricchi giacimenti anche nel Sudest asiatico. Ma petrolio e gas sono materie prime liberamente scambiate sui mercati. Non occorre comprarsi una compagnia petrolifera per avere accesso all´energia che essa vende. Da questo punto di vista la Cina userebbe meglio quei 18,5 miliardi accelerando il suo programma di centrali nucleari. Il controllo diretto delle riserve petrolifere diventa necessario solo in situazioni estreme, come una guerra. Perciò l´accanimento con cui i cinesi perseguono l´acquisto di Unocal, e lo speculare dibattito «strategico» che questa mossa scatena in America, suonano come un altro segnale poco rassicurante per il futuro.
Per capire le vicende del mercato petrolifero è bene non dimenticare un ultimo elemento del paesaggio attuale, a cui siamo talmente abituati da trascurarne il peso. Alla Casa Bianca c´è un presidente che viene dallo oil business texano. Il vicepresidente per anni ha diretto l´azienda petrolifera Halliburton. Il segretario di Stato sedette nel consiglio d´amministrazione della Chevron, che ha battezzato "Condoleeza" una superpetroliera. Exxon, Chevron e tutte le "sorelle" petrolifere dominano la classifica delle capitalizzazioni di Borsa.
L´Amministrazione Bush nega che esista un problema di surriscaldamento climatico. Le politiche di riduzione dei consumi energetici, gli incentivi al risparmio e all´uso di tecnologie verdi, sono stati abbandonati o ridimensionati. Al governo della superpotenza mondiale c´è un gruppo dirigente che di fronte al barile di greggio a 60 dollari si dice: qual è il problema?

L'unica nota positiva è che a questi prezzi risultano convenienti molte risorse energetiche alternative.... e speriamo che l'Europa trovi la forza per investire su strategie di lungo periodo!

mercoledì, giugno 22, 2005

Berlusconi PLAYBOY

GAFFE di Berlusconi, che dichiara vantandosene: "Ho fatto il playboy con la presidente Halonen per l'agenzia alimentare a Parma"
Finlandia: "Stupore per le affermazioni del premier"
Helsinki convoca ambasciatore italiano!

sabato, giugno 18, 2005

Birra, Sangria, Ron, Cocktails


















Birra, Sangria, Ron, Cocktails ........
LOS CACIQUES vi aspettano...
18 giugno 2005....
Sarà un evento!

il Barman,
detto Spugna, ha preparato:
70 litri di birra
30 litri di coca cola
20 litri di sangría
20 litri di succhi di frutta
18 litri di ron
8 litri di vodka
6 litri di gin
2 litri di martini rosso
2 litri di martini bianco
Baileys
Cointreau
qualche Prosecco,
Tequila
e ...
1/2 litro di acqua!!!

FESTA del 18 giugno 2005

















Summer Party o Festa dell'Estate o Festa del Fogone* (2nd edition)!!!
(* a qualcuno piace chiamarla così e pochi sanno il perchè!)
Musica & amici da tutto il mondo
Tanta Birra, Sangria, Ron, Cocktails e ........... il FOGONE?
LOS CACIQUES vi aspettano...
NON POTETE MANCARE
... Sarà un evento!
18 giugno 2005.

venerdì, giugno 17, 2005

oltre 100 alla FESTA?

DOMANI alla festa saremo più di ... 100!
Sono già arrivati i primi partecipanti dall'estero...

mi raccomando:
Uomini, portate il pareo
Donne, il costume da bagno!

Sarà una festa stupenda!
siete ancora in tempo per unirvi a noi!!

Summer Party o Festa dell'Estate o Festa del Fogone* (2nd edition)!!!
Musica & amici da tutto il mondo
Tanta Birra, Sangria, Ron, Cocktails e ........... il FOGONE?

LOS CACIQUES vi aspettano...
NON POTETE MANCARE
... Sarà un evento!
18 giugno 2005.

martedì, giugno 14, 2005

Summer Party Festa dell'Estate Fiesta del Verano Festa del Fogone Fiesta del Fogón...



Mancano solo 4 giorni per la festa al mare ed è quasi TUTTO pronto!

Quattro diversi dj's suoneranno musica per tutti,
Due Barman pronti a fare acrobazie tutta la notte!


siamo giá più di 80 confermati !!!
molti vengono da lontano...

Vieni anche tu?
Te sumas a la fiesta?


Summer Party
... Second edition
Festa dell'Estate
Fiesta del Verano
Festa del Fogone
Fiesta del Fogón...


LOS CACIQUES vi aspettano...



venerdì, giugno 10, 2005

La classe di una grande uomo di stato...




















ECCO l'unico, inimitabile e insuperabile Silvio!
il mio amico di dublino suggerisce al Centro Sinistra di "Tappezzare le citta' con codesta perla e non aggiungere altro. Per quanto siate incapaci di scrivere uno straccio di programma vincerete ugualmente. Che per fortuna e' assolutamente impossibile un Governo peggiore di questo..."
Iil contesto era questo: riporto direttamente la citazione di sivio banana medesimo:
"Un giorno sono andato a far visita a mia madre per il suo compleanno. Colpito dall'enorme quantita' di fiori che aveva ricevuto, dissi che tanta gente le voleva bene. Lei mi rispose che in realta' questi fiori erano dovuti alle tante persone che volevano bene a me. 'Non e' proprio cosi", gli ho detto, "visto che poco prima per strada una persona mi ha alzato il dito medio. Questa e' la dimostrazione che non tutti mi vogliono bene". Ma lei mi ha risposto: 'Al contrario, Silvio, quel gesto e' la dimostrazione che sei considerato il numero uno, il piu' bravo di tutti...' A questo punto -conclude sorridendo il Cavaliere- l'ho abbracciata, perche' la mamma e' sempre la mamma..."
che classe!

How to Stock Your Bar for a Party?

How Much and of What?

quanti litri di BIRRA??? Sangría???
quante bottiglie di RON???
di Vodka? Gin?


















Come diceva il nonno...
"Melius abundare quam deficere"
(Mejor es que sobre que no que falte )

pensa el barman,
max,
panini,
trafficantedecannelloni!

un QUASI argentino come il BARMAN 2...

















...............va be lui è ancora un ragazzino!

giovedì, giugno 09, 2005

GINO STRADA - Pappagalli verdi

Gino Strada arriva quando tutti scappano, quando la guerra esplode nella sua lucida follia. Guerre che per lo più hanno un lungo strascico di sangue dopo la fine ufficiale dei conflitti: quando pastori e donne vengono dilaniati dalle tante mine antiuomo disseminate per le rotte della transumanza, o quando i bambini raccolgono strani oggetti lanciati dagli elicotteri sui loro villaggi: pappagalli verdi, li chiamano i vecchi afgani… In questo libro, che porta come sottotitolo Cronache di un chirurgo di guerra, Gino Strada mette a nudo le immagini più vivide, talvolta i ricordi più strazianti, le amarezze continue della sua esperienza... [dalla Prefazione di Moni Ovadia a "Pappagalli verdi"]
La "quotidianità della tragedia" é questa: ogni venti minuti nel mondo una mina esplode e i 50 o 100 grammi di tritolo che contiene vengono sparati a incredibile velocità, ferendo, mutilando, uccidendo esseri inermi che stanno camminando in un prato, portando il gregge al pascolo, giocando nel cortile di casa, zappando la terra. Due bambini raccolgono un pezzo di ferro e, contenti, vanno al mercato dove forse potranno barattarlo con un tozzo di pane: passando da una mano all’altro, quel pezzo di ferro esplode.
Diceva Saddam Hussein nell’ottobre 1991, all’indomani del ritiro dalla regione kurda dell’Iraq: "Noi ce ne siamo andati, ma il nostro esercito è rimasto lì." E alludeva alle mine antipersona (dieci milioni, tre per ogni abitante nel Kurdistan iracheno), alla sua armata invisibile fatta di italianissime Valmara 69 e VS-50. Mine la cui produzione e il cui commercio sono stati finalmente proibiti dalla legge 374 del 22 ottobre 1997, approvata anche grazie a una campagna di pressione di Emergency, l’organizzazione umanitaria fondata da Strada a Milano nel 1994 e alla quale sono devoluti i diritti d’autore di questo libro.
Accanto alle mine italiane, ecco il modello PFM-1 di fabbricazione russa, i "pappagalli verdi". In Afghanistan i sovietici ne lanciavano a migliaia dagli elicotteri; grazie alle "ali" di cui erano dotate, queste mine anziché cadere a grappolo in un unico punto si disperdevano come volantini su un’ampia superficie. I militari sovietici affermavano che quelle mine erano fatte in quel modo per sole ragioni tecniche e non perché dovessero assomigliare a un giocattolo. Cioè, precisavano indignati i progettisti, non erano fatte apposta per attirare i bambini. Però li attiravano. E i bambini se le portavano a casa, se le scambiano come fossero figurine, finché sulle "ali" veniva esercitata un po’ di pressione e si verificava l’esplosione. Strategia di guerra: più bambini muoiono o rimangono ciechi o monchi o sfigurati, più la popolazione civile terrorizzata cesserà ogni resistenza. A partire dalla metà del secolo, il 90% delle vittime dei conflitti erano civili estranei ai combattimenti; in Afghanistan il 34% di queste erano bambini.
Cosa è che ha portato Strada a essere l’opposto di un barone universitario o di un chirurgo dai guadagni miliardari? Certo, la passione per il lavoro e la fortuna di essere pagato per fare ciò che piace (in contesti, peraltro, allucinanti). Ma anche e soprattutto quelle "idee di solidarietà, di consapevolezza di essere in qualche modo in debito verso i più sventurati della terra". Scrive Strada: "Molti di loro non sopravvivono. Non riescono a sopportare il lungo viaggio sulle montagne, a dorso di mulo, qualche volta stesi su un carretto. Arrivano sporchi e sfiniti al nostro ospedale, con il turbante e la barba pieni di terra, i vestiti stracciati e incrostati di sangue. E’ giusto che ci sia qualcuno ad aspettarli, è umano".
Se dovessimo scegliere alcuni dei momenti essenziali di questo diario, prenderemmo quelli in cui Gino Strada sfoga la sua indignazione e il suo disprezzo nei confronti di coloro che dopo aver subito lutti e tormenti senza fine ad opera del potere centrale o di una potenza occupante, non appena "liberi" hanno iniziato a combattere tra di loro. Strada si è trovato nel Kurdistan iracheno e nella capitale afghana, Kabul, in momenti del genere. E, resistendo alla tentazione di maledire tutti quanti e tornarsene a Milano, ha cercato di ritagliare almeno per il proprio ospedale una zona neutrale, in cui poter soccorrere i feriti di una parte e dell’altra.
E a proposito di ospedali, concludiamo ricordando che Strada ha lavorato anche al Koshevo di Sarajevo, dove il dottor Karadzic era un l’insigne psichiatra. Un giorno l’insigne psichiatra, i tecnici, gli infermieri e i portantini della sua etnia non si presentano più in ospedale. Una settimana dopo saranno tutti sulle colline intorno a Sarajevo, a bombardare il loro reparto e i loro stessi colleghi...

lunedì, giugno 06, 2005

4 si al referendum del 12 e 13 giugno

1° Per consentire nuove cure
2° Per la tutela della salute della donna
3° Per l'autodeterminazione e la libertà di scelta
4° Per la fecondazione eterologa

VOTA E FAI VOTARE
SI SI SI SI


Il referendum: ti sta davvero a cuore, non è così?

VASCO ROSSI: Molto, vorrei che la legge attuale in materia di procreazione assistita venisse cambiata per avvicinarla all’umanità, ai suoi bisogni. Non si può continuare a fare leggi con la presunzione di educare, chi educa chi? Non siamo bambocci, l’umanità non è fatta di bambocci, non abbiamo bisogno di muri che ci indichino la strada, la vediamo da soli, sappiamo quando è bene e quando è male, abbiamo coscienza. Una legge come quella affrontata dal referendum è una legge che dice alle donne e agli uomini: voi non avete coscienza, ci penso io. Poi cosa inventano per non riconoscerci la coscienza? L’astensionismo. Fanno cioè conto su quel 20% sicuro e fisiologico di gente che a votare non ci va, per invalidare il referendum. Ma ti pare una cosa seria? Un amico mi ha suggerito: sono scherzi da prete. Prova a dire di no. Non è un modo scorretto di sostenere la propria convinzione? Sarà il caso di rivedere i meccanismi referendari, così non si può andare avanti, è una questione di democrazia reale.