(Reuters) - Secondo documenti militari, le forze armate Usa in Iraq hanno arrestato le mogli di sospetti ribelli, per convincerli a consegnarsi. Nel 2004, membri di una task force militare segreta hanno imprigionato una madre, con 3 bambini (uno dei quali, lattante), in modo da spingere il proprio marito ad arrendersi...
http://abcnews.go.com/US/wireStory?id=1550378
lunedì, gennaio 30, 2006
domenica, gennaio 29, 2006
venerdì, gennaio 27, 2006
in quante rate lo paga?
I prezzi delle merci sono spariti! Le pubblicità ci dicono solo quanto dovremmo pagare in comode rate mensili, per i prossini 5/10/15/20/30 anni... (diario notturno)
Qualche anno fa, in un supermercato di Cordoba (Argentina) vado a pagare una bottiglia di RUM cubano... e la cassiera mi chiede: "in quante rate lo paga?"
Minkia, facciamo i debiti pure per una sbronza?
... il nostro stile di vita!
Qualche anno fa, in un supermercato di Cordoba (Argentina) vado a pagare una bottiglia di RUM cubano... e la cassiera mi chiede: "in quante rate lo paga?"
Minkia, facciamo i debiti pure per una sbronza?
... il nostro stile di vita!
lunedì, gennaio 23, 2006
Piazza Affari SIM COMMISSIARIATA
La Consob ha sospeso per 60 giorni gli organi di amministrazione di Piazza Affari Sim Spa (Milano), nominando un commissario incaricato della gestione della società. A seguito dell'operatività su strumenti finanziari derivati riconducibile a 10 conti di clienti, si sarebbe registrato un mancato versamento di margini che avrebbe determinato scoperti di liquidità per un ammontare di 6,5 milioni di euro. Per far fronte a questo scoperto Piazza Affari Sim avrebbe prelevato dai conti di altri clienti liquidità per altri 5 milioni di euro. Ciò "costituisce una violazione delle disposizioni legislative e amministrative ed in particolare dei principi in tema di separazione patrimoniale", scrive la Consob, e "determina una situazione di pericolo per i clienti della SIM e per i mercati". Maledetti DERIVATI...?
sabato, gennaio 21, 2006
Bush contro GOOG
Il governo USA vuole imporre a Google di comunicare le richieste di siti hard eseguite dagli utenti. GOOG si oppone: "Non violeremo la privacy!
Crollo in Borsa (-8.5%): il titolo chiude a 399.46 e brucia in una sola sessione di scambi una capitalizzazione di $20 miliardi (il valore della societa' da $138 miliardi passa a 118). La peggior seduta di borsa di Goog dal suo esordio sul listino (ad agosto 2004). Il calo del titolo, già innescato qualche giorno fa dal tonfo dalla rivale Yahoo! (trimestrale inferiore alle attese degli analisti) si è trasformato in crollo alla notizia dell'iniziativa di Washington. L'indice Nasdaq chiude la settimana con un venerdì nero (-2,35%).
L'obiettivo del governo è verificare e quantificare quante volte spuntano temi pornografici nelle pagine ricercate, per portare avanti la campagna voluta dall'Amministrazione Bush contro la pornografia infantile via Internet. Google si è rifiutata di accettare lo scorso anno una simile richiesta, opponendo dubbi per la violazione della privacy, nonché la rivelazione dei segreti industriali del motore, sia di natura tecnologica sia strategica. Il dipartimento di Giustizia sostiene inoltre che diversi tra i principali concorrenti di Google hanno già risposto positivamente ad un'analoga richiesta, che fa parte di un più ampio tentativo del governo di rendere effettiva una legge del 1998, la Child Online Protection Act, or COPA, che punisce i siti che permettono ai bambini di vedere la pornografia. Ma in una decisione del 2004 la Corte Suprema ha accolto un ricorso con il quale si chiedeva di impedire al governo di obbligare i siti ad applicare forzatamente tale legge. Gli avvocati di Google sostengono che in questo modo potrebbe essere rivelata l'identità degli utenti del motore di ricerca e hanno annunciato battaglia contro la nuova richiesta del governo.
Crollo in Borsa (-8.5%): il titolo chiude a 399.46 e brucia in una sola sessione di scambi una capitalizzazione di $20 miliardi (il valore della societa' da $138 miliardi passa a 118). La peggior seduta di borsa di Goog dal suo esordio sul listino (ad agosto 2004). Il calo del titolo, già innescato qualche giorno fa dal tonfo dalla rivale Yahoo! (trimestrale inferiore alle attese degli analisti) si è trasformato in crollo alla notizia dell'iniziativa di Washington. L'indice Nasdaq chiude la settimana con un venerdì nero (-2,35%).
L'obiettivo del governo è verificare e quantificare quante volte spuntano temi pornografici nelle pagine ricercate, per portare avanti la campagna voluta dall'Amministrazione Bush contro la pornografia infantile via Internet. Google si è rifiutata di accettare lo scorso anno una simile richiesta, opponendo dubbi per la violazione della privacy, nonché la rivelazione dei segreti industriali del motore, sia di natura tecnologica sia strategica. Il dipartimento di Giustizia sostiene inoltre che diversi tra i principali concorrenti di Google hanno già risposto positivamente ad un'analoga richiesta, che fa parte di un più ampio tentativo del governo di rendere effettiva una legge del 1998, la Child Online Protection Act, or COPA, che punisce i siti che permettono ai bambini di vedere la pornografia. Ma in una decisione del 2004 la Corte Suprema ha accolto un ricorso con il quale si chiedeva di impedire al governo di obbligare i siti ad applicare forzatamente tale legge. Gli avvocati di Google sostengono che in questo modo potrebbe essere rivelata l'identità degli utenti del motore di ricerca e hanno annunciato battaglia contro la nuova richiesta del governo.
venerdì, gennaio 20, 2006
Trema la finanza giapponese
Si aggrava lo scandalo Livedoor, che in due giorni ha distrutto 400 miliardi di dollari di capitalizzazione della Borsa di Tokyo. Gli inquirenti avrebbero scoperto altri abusi e si preparano ad interrogare il titolare della società, Takafumi Horie, il fondatore (10 anni fa) del portale internet, trasformatosi in breve tempo in un colosso societario alla caccia, con spericolate operazioni di borsa, di acquisizioni di altre imprese in vari settori. Le frodi sono iniziate fin dal 2004, quando Livedoor ha acquistato tramite un'opa una società che in realtà era già sua, controllata attraverso un fondo di investimento schermo. Secondo il Nihon Keizai Shimbun (uno dei principali quotidiani finanziari giapponesi) Livedoor avrebbe anche venduto propri titoli per 57 milioni di euro, emessi come aumento di capitale, teoricamente per finanziare nuove acquisizioni, contabilizzando poi questi soldi come utili netti. In realtà i 57 milioni di euro sarebbero stati utilizzati in gran parte per falsificare i bilanci societari, presentandoli in attivo per far levitare ulteriormente il valore del titolo in Borsa. Le perquisizioni inziate lunedì scorso avevano innescato il panico alla Borsa di Tokyo, con due giornate 'nere' e forti perdite dell'indice il 17 e 18 gennaio. Negli ultimi quattro giorni il titolo Livedoor ha perduto in Borsa oltre il 52% delle sue quotazioni, scese da una capitalizzazione sul mercato di 6,3 miliardi di dollari ad appena 3 miliardi.
Ieri il vice presidentedella società di consulenza azionaria on line 'HS Securities' Hideaki Noguchi, confidente e amico di Horie, era stato trovato morto, con ogni probabilità suicida, in una camera d'albergo a Naha. La sua società, che aveva collaborato con Livedoor in due tentativi di scalata azionaria, era stata perquisita in connessione con lo scandalo e lo stesso Noguchi aveva subito un interrogatorio degli inquirenti.
Ieri il vice presidentedella società di consulenza azionaria on line 'HS Securities' Hideaki Noguchi, confidente e amico di Horie, era stato trovato morto, con ogni probabilità suicida, in una camera d'albergo a Naha. La sua società, che aveva collaborato con Livedoor in due tentativi di scalata azionaria, era stata perquisita in connessione con lo scandalo e lo stesso Noguchi aveva subito un interrogatorio degli inquirenti.
giovedì, gennaio 19, 2006
Multinazionali sconfitte
Una vittoria del popolo boliviano e dei movimenti globali.
Era il 10 aprile del 2000 quando per la prima volta in Bolivia e nel mondo un movimento popolare riusciva a sconfiggere un consorzio di multinazionali occidentali che aveva privatizzato l’acqua nella città di Cochabamba, triplicando le tariffe, escludendo il 50% della popolazione dall’accesso al servizio idrico. In quattro mesi di mobilitazioni e dopo la morte di cinque persone ed il ferimento di altre centinaia causato dalla repressione militare, il popolo di Cochabamba riuscì a cacciare il consorzio di multinazionali Aguas del Tunari ed a riappropriarsi dell’azienda municipale. A distanza di anni le multinazionali che hanno costituito il consorzio fiscalmente registrato in Olanda non si sono arrese ed hanno presentato una domanda per il risarcimento del “mancato lucro” per 25 milioni di dollari presso il tribunale interno della Banca Mondiale, il CIADI, destinato a risolvere le controversie scaturite dallo scioglimento di contratti in cui vi sia la BM di mezzo oppure dove vi siano accordi bilaterali tra paesi.
In Italia le campagne promosse dall'Associazione A Sud, il Contratto Mondiale sull’Acqua ed il Cevi, hanno svelato che il consorzio Aguas del Tunari è per il 55% controllato da un’impresa che si chiama IWL (International Water Limited), per il 25% dalla spagnola ABENGOA e per il 20% da privati. La IWL appartiene per un 50% alla statunitense Bechtel (legata e Cheney) e per l’altro 50% all’italiana EDISON. Da ottobre l’EDISON è della TDE, mentre la TDE appartiene per il 50% alla francese WGRM e per il restante 50% all’italiana AEM, “l’azienda energetica di Milano” che è stata privatizzata e di cui ancora solo il 43,26% appartiene al comune di Milano.
Dopo mesi di mobilitazioni e di campagne orchestrate in America Latina, in Spagna ed in Italia, la BECHTEL, l’EDISON-AEM e la ABENGOA si sono arrese ed hanno deciso di ritirare la domanda di indennizzo di 25 milioni di dollari e di vendere al governo boliviano le proprie azioni per la modica cifra di due pesos boliviani e cioè circa 30 centesimi di euro. La proposta è arrivata dagli uffici delle multinazionali che chiedono di trovare un “soluzione amichevole” alla vicenda. Un pre-accordo è stato firmato il 22 dicembre dello scorso anno con la promulgazione del Decreto Supremo 28539 firmato dall’ex presidente Rodriguez. La norma dice testualmente che ogni impresa riceverà un boliviano per tutte le sue azioni e che si riterrà concluso l’arbitraggio per l’indennizzo. Una vittoria enorme che ci aiuta ad aprire un dibattito ampio sull’importanza della ricapitalizzazione delle nostre municipalizzate e sul tema degli arbitraggi internazionale del CIADI che hanno avuto in passato e possono avere in futuro un effetto negativo sugli sforzi di interi popoli e sull’azione dei governi che nel sud del mondo cercano di uscire dalla trappola dello sfruttamento. -Link: A SUD Ecologia e cooperazione Onlus
Era il 10 aprile del 2000 quando per la prima volta in Bolivia e nel mondo un movimento popolare riusciva a sconfiggere un consorzio di multinazionali occidentali che aveva privatizzato l’acqua nella città di Cochabamba, triplicando le tariffe, escludendo il 50% della popolazione dall’accesso al servizio idrico. In quattro mesi di mobilitazioni e dopo la morte di cinque persone ed il ferimento di altre centinaia causato dalla repressione militare, il popolo di Cochabamba riuscì a cacciare il consorzio di multinazionali Aguas del Tunari ed a riappropriarsi dell’azienda municipale. A distanza di anni le multinazionali che hanno costituito il consorzio fiscalmente registrato in Olanda non si sono arrese ed hanno presentato una domanda per il risarcimento del “mancato lucro” per 25 milioni di dollari presso il tribunale interno della Banca Mondiale, il CIADI, destinato a risolvere le controversie scaturite dallo scioglimento di contratti in cui vi sia la BM di mezzo oppure dove vi siano accordi bilaterali tra paesi.
In Italia le campagne promosse dall'Associazione A Sud, il Contratto Mondiale sull’Acqua ed il Cevi, hanno svelato che il consorzio Aguas del Tunari è per il 55% controllato da un’impresa che si chiama IWL (International Water Limited), per il 25% dalla spagnola ABENGOA e per il 20% da privati. La IWL appartiene per un 50% alla statunitense Bechtel (legata e Cheney) e per l’altro 50% all’italiana EDISON. Da ottobre l’EDISON è della TDE, mentre la TDE appartiene per il 50% alla francese WGRM e per il restante 50% all’italiana AEM, “l’azienda energetica di Milano” che è stata privatizzata e di cui ancora solo il 43,26% appartiene al comune di Milano.
Dopo mesi di mobilitazioni e di campagne orchestrate in America Latina, in Spagna ed in Italia, la BECHTEL, l’EDISON-AEM e la ABENGOA si sono arrese ed hanno deciso di ritirare la domanda di indennizzo di 25 milioni di dollari e di vendere al governo boliviano le proprie azioni per la modica cifra di due pesos boliviani e cioè circa 30 centesimi di euro. La proposta è arrivata dagli uffici delle multinazionali che chiedono di trovare un “soluzione amichevole” alla vicenda. Un pre-accordo è stato firmato il 22 dicembre dello scorso anno con la promulgazione del Decreto Supremo 28539 firmato dall’ex presidente Rodriguez. La norma dice testualmente che ogni impresa riceverà un boliviano per tutte le sue azioni e che si riterrà concluso l’arbitraggio per l’indennizzo. Una vittoria enorme che ci aiuta ad aprire un dibattito ampio sull’importanza della ricapitalizzazione delle nostre municipalizzate e sul tema degli arbitraggi internazionale del CIADI che hanno avuto in passato e possono avere in futuro un effetto negativo sugli sforzi di interi popoli e sull’azione dei governi che nel sud del mondo cercano di uscire dalla trappola dello sfruttamento. -Link: A SUD Ecologia e cooperazione Onlus
mercoledì, gennaio 18, 2006
Tsunami di vendite
"GLOBAL MARKETS"
NIKKEI IN TILT -Oggi, per la prima volta nella storia, la Borsa di Tokyo ha sospeso tutti gli scambi una ventina di minuti prima, a causa dell'eccesso di vendite...
Un grave scandalo finanziario ha coinvolto la società di provider internet 'Livedoor' di Takafumi Horie, rampante magnate di 33 anni con ambizioni politiche... I dirigenti della società, sotto inchiesta per aggiotaggio e false comunicazioni societarie, avrebbero falsificato il bilancio societario del 2004, denunciando utili di 1,4 miliardi yen, mentre in realta erano finiti in forte passivo...Al momento della sospensione l'indice Nikkei, che nel corso della seduta era arrivato a predere quasi il 5%, valeva 15.341,18 punti: -464,77, pari a -2,95%.
VIDEO di RepubblicaMultimedia.it (Scandali a Tokyo e la Borsa va in tilt. Interviene il presidente Koizumi per rassicurare i mercati)Bye-bye, rally 2006?
Intel (-9%) e yahoo (-11%) precipitano dopo aver deluso le apettative del mercato...
Intel (-9%) e yahoo (-11%) precipitano dopo aver deluso le apettative del mercato...
La crisi geopolitica IRANIANA preoccupa le borse e riaccende la speculazione sul petrolio