Si aggrava lo scandalo Livedoor, che in due giorni ha distrutto 400 miliardi di dollari di capitalizzazione della Borsa di Tokyo. Gli inquirenti avrebbero scoperto altri abusi e si preparano ad interrogare il titolare della società, Takafumi Horie, il fondatore (10 anni fa) del portale internet, trasformatosi in breve tempo in un colosso societario alla caccia, con spericolate operazioni di borsa, di acquisizioni di altre imprese in vari settori. Le frodi sono iniziate fin dal 2004, quando Livedoor ha acquistato tramite un'opa una società che in realtà era già sua, controllata attraverso un fondo di investimento schermo. Secondo il Nihon Keizai Shimbun (uno dei principali quotidiani finanziari giapponesi) Livedoor avrebbe anche venduto propri titoli per 57 milioni di euro, emessi come aumento di capitale, teoricamente per finanziare nuove acquisizioni, contabilizzando poi questi soldi come utili netti. In realtà i 57 milioni di euro sarebbero stati utilizzati in gran parte per falsificare i bilanci societari, presentandoli in attivo per far levitare ulteriormente il valore del titolo in Borsa. Le perquisizioni inziate lunedì scorso avevano innescato il panico alla Borsa di Tokyo, con due giornate 'nere' e forti perdite dell'indice il 17 e 18 gennaio. Negli ultimi quattro giorni il titolo Livedoor ha perduto in Borsa oltre il 52% delle sue quotazioni, scese da una capitalizzazione sul mercato di 6,3 miliardi di dollari ad appena 3 miliardi.
Ieri il vice presidentedella società di consulenza azionaria on line 'HS Securities' Hideaki Noguchi, confidente e amico di Horie, era stato trovato morto, con ogni probabilità suicida, in una camera d'albergo a Naha. La sua società, che aveva collaborato con Livedoor in due tentativi di scalata azionaria, era stata perquisita in connessione con lo scandalo e lo stesso Noguchi aveva subito un interrogatorio degli inquirenti.
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