lunedì, aprile 03, 2006

Risparmio

L’istituto di ricerca Eurispes ha calcolato che tra il 2001 e il 2005 il risparmio complessivo accantonato annualmente dalle famiglie è passato da 106 miliardi a 64 con una riduzione del 40%. In rapporto con il prodotto interno lordo, siamo passati dall'8,9% del 2001 al 4,8% del 2005. La causa principale del calo della propensione al risparmio è stata la contrazione del reddito reale (gli aumenti dei prezzi non sono stati sufficientemente compensati dagli incrementi salariali), che ha costretto il ceto medio a dedicare la gran parte delle entrate ai consumi per cercare di mantenere inalterato il proprio tenore di vita.
Ma la contrazione del risparmio, secondo l’Eurispes, ha avuto anche cause strettamente finanziarie come i crack Cirio, Parmalat e la crisi Argentina, che hanno bruciato complessivamente 26,5 miliardi di euro. L'indagine sottolinea inoltre come le famiglie, sfiduciate nei confronti della Borsa e poco propense a investire nei Bot abbiano deciso di trattenere maggiore liquidità. Secondo l'Eurispes infatti la liquidità è aumentata dal 2001 al 2005 del 31,2% (da 640 miliardi di euro a 839,7). L'Eurispes sottolinea, inoltre, come i costi dei servizi bancari siano cresciuti costantemente in questi anni «aggiungendosi come un'ulteriore tassa sul già bistrattato risparmio». In Italia, i servizi bancari costano in media 113 euro l'anno, il prezzo più alto dopo la Svizzera e l'Australia. sole24ore...

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