Il prezzo delle case di Londra, più che triplicato negli ultimi dieci anni, è in caduta dal giugno 2004. A Londra, negli ultimi 12 mesi i prezzi degli immobili sono scesi mediamente del 2,4 per cento. «E nei prossimi tre mesi - è la previsione della Royal Institution of Chartered Surveyors - scenderanno ancora». Colossi del real estate come Countrywide, il numero uno del mercato, hanno avviato una campagna di licenziamenti e di chiusura dei punti vendita. Altri, stanno inventando incentivi di ogni tipo pur di sostenere il fatturato: la Taylor Woodrow, sta cercando di vendere 467 appartamenti che sorgeranno nei pressi del nuovo stadio dell’Arsenal. Gli acquirenti avranno diritto all’ingresso gratis per tutto il 2006 -valore 2.500 sterline- ma 216 appartamenti sono ancora liberi!
All’origine dell’inversione di tendenza c’è senz’altro la politica monetaria praticata dalla Banca d’Inghilterra, che negli ultimi dieci mesi ha rialzato i tassi in cinque occasioni, portandoli al livello del 4,75%, il dato più alto tra i Paesi del G7. Il 55% della ricchezza delle famiglie inglesi, infatti, è legato al patrimonio immobiliare. E il boom dell’economia (52 trimestri consecutivi al rialzo) è legato all’equazione: incremento dei prezzi, crescita dei consumi. Lo stesso governatore King, impegnato a sgonfiare la bolla del mattone nell’evidente preoccupazione di un crash dei prezzi, ha potuto approfittare della fase espansiva. Nel 1989, infatti, King ha comprato un appartamento in Notting Hill, West London, a 320mila sterline. Oggi quella stessa casa, vale oltre un milione!
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