La Refco, leader americano nella contrattazione di derivati, ha portato ieri i libri in tribunale a soli due mesi dalla sua quotazione dopo la scoperta che Philip Bennett – il fondatore del gruppo – controllava una società che aveva ricevuto 430 milioni in prestiti da Refco. La notizia ha provocato un crollo dei titoli che hanno bruciato in poche ore oltre 1,5 miliardi di valore e una fuga di clienti. In meno di una settimana dai conti della Refco sono stati ritirati 850 milioni – il 20% degli asset totali – tanto che per tamponare l´emorragia e riportare un po´ di fiducia si è deciso di cedere subito il controllo della divisione più importante del gruppo (quella sui derivati) a una cordata di finanzieri guidata da Cristopher Flowers per 700 milioni circa e di proteggere il gruppo sotto l´ombrello del Chapter 11.
Flowers, con i libri in tribunale, rischia però di trovare qualche concorrente disposto a rilanciare sulla sua proposta. Ieri, ad esempio, Dubai investment, braccio finanziario dell´emirato mediorientale, ha dato mandato a The Blackstone group per valutare l´ipotesi di un´offerta alternativa. In base all´accordo raggiunto con Flowers, comunque, l´attuale azionariato della Refco dovrebbe comunque mantenere una partecipazione del 20% circa nella società. A quattro anni dallo scoppio dei primi scandali americani, Wall Street torna nell´occhio del ciclone. I risparmiatori che avevano sottoscritto i titoli della matricola (balzata del 25% nel suo primo giorno di quotazione) hanno già avviato una azione legale contro Bennet dopo aver visto i loro titoli perdere in poche ore il 75%. Il caso Refco è un primo banco di prova importante per Christopher Cox, l´uomo che George W. Bush ha imposto come nuovo numero uno della Sec. Questa nomina è stata interpretata da molti come un tentativo di spostare il timone dell´agenzia verso un atteggiamento più "filo-aziende" dopo la gestione molto rigida di William Donaldson che aveva risposto ai vari casi da Enron in poi introducendo norme e pene severissime per le frodi finanziarie. Non a caso ieri, ad esempio, la Grant Thornton, revisore della Refco, ha subito messo le mani avanti precisando di essere stata anche lei ingannata da Bennett. Per la fortuna di Cox però in questa occasione le dimensioni dello scandalo sono relativamente circoscritte e le responsabilità del crac, almeno a prima vista, sembrano abbastanza evidenti: Bennett tra l´altro ha ripagato dollaro per dollaro tutti i prestiti ricevuti da Refco subito dopo lo scoppio del caso in un tentativo in zona Cesarini di dimostrare la sua buona fede. Una decisione che però non gli è bastata ad evitare l´arresto.
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