Era tutto previsto, eppure molti italiani hanno voluto credere alle favole...
INADATTO A GOVERNARE per 1000 motivi!!! Lo dicevano pure quei comunisti dell'Economist. Lo hanno votato in tanti, ma ORA??? chi avrà il coraggio di rivotarlo???
Peggio... se poi, con un gioco di prestigio, ce lo ritroviamo Presidente della Repubblica?
"Se c'è qualcuno, che fa un grande sacrificio a ripresentarsi come candidato, sono io."
lunedì, agosto 29, 2005...
weblog
5 commenti:
"Quello che accade, accade non tanto
perché una minoranza vuole che accada,
quanto piuttosto perché la gran parte dei cittadini
ha rinunciato alle sue responsabilità
e ha lasciato che le cose accadessero"
Antonio Gramsci
Analisi più che attuale dello stato di fatto della situazione italiana attuale.
e mi vien da piangere.
vedi http://www.manipulite.it/micromega/camilleri.htm
Andrea Camilleri
Dieci favole "politicamente scorrette"
L'incorreggibile
di Andrea Camilleri
In sogno, Dio apparve al Cavaliere. Questi lo riconobbe subito, perché il Signore era esattamente come lo raffiguravano, col tunicone e la gran barba bianca.
«Sono venuto a trovarti», fece Dio, «per farti capire come la tua smodata ambizione, la tua inesauribile sete di potere siano assolutamente ridicole. Anche se tu conquistassi l’universo intero, resteresti sempre un nulla. L’universo, figlio mio, è finito».
«In che senso?», domandò il Cavaliere.
«Ora te lo spiego», rispose Dio. «Immagina che io possegga una collezione di migliaia e migliaia di bottiglie di champagne. Ne ho stappata una, e quello che chiamate big bang non era altro che il rumore del tappo che saltava, ho riempito un bicchiere, e ora sto per berlo. Le stelle che i vostri astronomi vedono nascere e morire sono semplicemente le bollicine che si formano e scoppiano. E tu sei dentro quel bicchiere e quel bicchiere è il tuo universo. Ma appena avrò bevuto il mio champagne, il vostro universo scomparirà. Hai capito?».
«Perfettamente», rispose il Cavaliere. «E quanto mi verrebbe a costare questa vostra collezione?».
Il pelo, non il vizio
di Andrea Camilleri
In Iliata ci fu un Cavaliere che, in pochi anni, accumulò una fortuna immensa. Un giorno alcuni magistrati cominciarono a interessarsi dei suoi affari. E cominciarono a piovergli addosso accuse di falso, corruzione, concussione, evasione fiscale e altro ancora. Arrivarono le prime sentenze di condanna. Il Cavaliere, attraverso i suoi giornali, le sue televisioni, i suoi deputati (aveva fondato un partito), scatenò una violenta campagna contro i magistrati che indagavano su di lui accusandoli d’esercitare una giustizia di parte. Lui stesso si definì un perseguitato politico.
Tanto fece e tanto disse che molti iliatesi gli credettero.
Poi un giorno (come capita e capiterà a tutti), morì.
Nell’aldilà venne fatto trasìre in una càmmara disadorna. C’era un tavolino malandato darrè il quale, sopra una seggia di paglia, stava assittato un omino trasandato.
«Tu sei il Cavaliere?», spiò l’omino.
«Mi consenta», fece il Cavaliere irritato per quella familiarità. «Mi dica prima di tutto chi è lei».
«Io sono il Giudice Supremo», disse a bassa voce l’omino.
«E io la ricuso!», gridò pronto il Cavaliere che aveva perso tutto il pelo, la carne, le ossa, ma non il vizio.
Posta un commento