lunedì, gennaio 31, 2005
Mare dentro (Mar adentro)
Madrid, 31 gen.-"Mare dentro" -il film che racconta la storia di Ramon Sampedro, un tetraplegico che per anni ha lottato inutilmente nei tribunali spagnoli per ottenere il diritto a una morte dignitosa- ha stravinto la XIX edizione dei Premi Goya. Il film, che è stato incluso nella cinquina che concorre agli Oscar come migliore pellicola straniera, ha ottenuto 14 dei 15 premi più importanti. E' stato premiato, oltrechè come miglior film dell'anno, anche per la migliore regia, migliore interprete maschile e femminile, migliore attore e attrice non protagonista, miglior attore e attrice rivelazione, migliore sceneggiatore originare, migliore musica originale, migliore fotografia, montaggio, trucco e sonoro.
domenica, gennaio 30, 2005
Moglie chirurgicamente modificata
Pechino- Jian Feng (38 anni), si è infuriato con la sua bella moglie appena lei ha partorito un figlio brutto. Per respingere l'accusa di adulterio, la donna ha confessato di essersi sottoposta a un intervento di chirurgia plastica, prima di conoscere il marito.
Feng ha chiesto e ottenuto divorzio e risarcimento danni!
Feng ha chiesto e ottenuto divorzio e risarcimento danni!
sabato, gennaio 29, 2005
L'era del consenso
«E' stato globalizzato tutto, tranne il consenso. Soltanto la democrazia è stata relegata allo stato nazionale. Si trova al confine, con la valigia in mano, senza passaporto. Un pugno di uomini appartenenti alle nazioni più ricche si serve dei poteri globali di cui si è appropriato per dire al resto del pianeta come deve vivere. Questo libro tenta di delineare un mondo retto dal principio con cui quegli stessi uomini potenti pretendono di governare: il principio della democrazia. Cerca di sostituire all’era della coercizione l’era del consenso. In questo manifesto presento una serie di proposte repellenti che faranno inorridire tutti i benpensanti. Molte di quelle proposte, quando le ho inizialmente contemplate o concepite, hanno fatto inorridire anche me...» George Monbiot costruisce il suo provocatorio manifesto per un nuovo ordine mondiale: un progetto spietato contro il potere costituito delle grandi economie mondiali e della democrazia-fantoccio degli organi internazionali, ma anche intransigente nei confronti dell’ottimismo buonista di molti suoi oppositori. Il processo di globalizzazione del pianeta è irreversibilmente in atto e la critica dei movimenti che lo contestano si è rivelata spesso sterile, le sue proposte vaghe e utopistiche, le ricette per correggerne la direzione inutili o impraticabili. C’è quindi bisogno di una nuova strada, di un atteggiamento davvero «rivoluzionario» che comprenda le ragioni e i limiti autentici della cosiddetta globalizzazione e sia in grado di formulare un’alternativa vera, sostenibile e praticabile. C’è bisogno insomma di globalizzare anche il controllo democratico, la possibilità dei popoli, tutti i popoli, di intervenire sulle decisioni che riguardano il futuro dell’intera umanità. Per questo le pagine di Monbiot giungono molto più in là di quanto sia avvenuto finora all’interno dei movimenti per la giustizia globale: le sue proposte sono radicali ma argomentate nel dettaglio, con la forza dei numeri oltre che con quella dei valori, e il suo progetto a lungo termine è articolato in tappe che mettono in gioco anche il nostro personale quotidiano.
"Monbiot dà al movimento ambientalista una credibilità nuova... L’originalità del suo pensiero fa di lui un autore influente come pochi altri." The Times
"Per cambiare il mondo, e la nostra percezione del mondo, George Monbiot ha già fatto più di quanto la maggior parte di noi possa sperare di fare in una vita intera." New Scientist
"L'era del consenso é un'aperta sfida alla condiscendenza e al buonismo che pervadono il pensiero ufficiale... Questo libro è un contributo essenziale a un pensiero nuovo." The Independent
"Un libro di grande forza... Un tentativo ammirevole di aprire la mente del lettore a nuove possibilità e nuovi ambiti di discussione." Daily Telegraph
L'AUTORE: George Monbiot, ambientalista, attivista politico, giornalista noto per la sua pungente rubrica settimanale sul quotidiano inglese The Guardian, è una delle voci più autorevoli e interessanti del «movimento dei movimenti». Nato nel 1963, ha tenuto corsi di politica, filosofia e scienze ambientali presso le università di Oxford, Bristol, Keele, East London. Nel 1995 ha ricevuto da Nelson Mandela il premio Global 500 delle Nazioni Unite per il suo impegno a favore dell’ambiente.
"Monbiot dà al movimento ambientalista una credibilità nuova... L’originalità del suo pensiero fa di lui un autore influente come pochi altri." The Times
"Per cambiare il mondo, e la nostra percezione del mondo, George Monbiot ha già fatto più di quanto la maggior parte di noi possa sperare di fare in una vita intera." New Scientist
"L'era del consenso é un'aperta sfida alla condiscendenza e al buonismo che pervadono il pensiero ufficiale... Questo libro è un contributo essenziale a un pensiero nuovo." The Independent
"Un libro di grande forza... Un tentativo ammirevole di aprire la mente del lettore a nuove possibilità e nuovi ambiti di discussione." Daily Telegraph
L'AUTORE: George Monbiot, ambientalista, attivista politico, giornalista noto per la sua pungente rubrica settimanale sul quotidiano inglese The Guardian, è una delle voci più autorevoli e interessanti del «movimento dei movimenti». Nato nel 1963, ha tenuto corsi di politica, filosofia e scienze ambientali presso le università di Oxford, Bristol, Keele, East London. Nel 1995 ha ricevuto da Nelson Mandela il premio Global 500 delle Nazioni Unite per il suo impegno a favore dell’ambiente.
Numtel addio
Dal prossimo 31 gennaio partirà l'indice Techstar, formato dalle azioni del nuovo mercato che rispettano precisi requisiti di crescita reddituale e stabilità patrimoniale con l'esclusione dei titoli inclusi nell'S&P/Mib (quindi Tiscali e Fastweb). Non saranno invece più calcolati gli indici Numex e Numtel del Nuovo mercato. Sempre a partire da lunedì l'indice Mib (un valore al giorno basato sui prezzi ufficiali) e l'indice Mibtel (calcolato infra-day) saranno riferiti non solo ai titoli azionari di borsa-Mta ma anche a quelli del Nuovo mercato. Bb biotech, Cdb Web Tech e Datamat saranno i titoli "guida" del techstar con un peso del 10% ciascuna.
Diritti umani in Europa?
Anche se l'Ue si presenta come campione di ‘human right’, la porgettata introduzione di una green card stile Usa e uno schiacciante rapporto dello Human Rights Watch suggeriscono tutt’altro. L'Unione Europea è “fondata sui principi di libertà, democrazia, rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali, e sulla certezza del diritto, principi comuni a tutti gli Stati membri”. Inoltre, per entrare nell’Ue, un paese deve non solo esser firmatario della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, ma deve anche dimostrare piena aderenza a tali valori. Eppure il rapporto della scorsa settimana curato dallo Human Rights Watch (HRW), che critica la politica di immigrazione Ue e la legislazione anti-terrorismo, mostra bene quanto teoria e pratica nel campo di diritti umani vadano poco d’accordo, e suggerisce a parecchi paese di cominciare a riconoscere queste disparità. Nel triennio seguito all’11 Settembre, un rinnovato clima di paura ha dato carta bianca alle amministrazioni europee per derogare ai più fondamentali tra le libertà ed i valori democratici: l’arresto senza limiti temporali di stranieri sospettati di terrorismo in UK e l'uso in Spagna di celle d’isolamento. Accanto alla 'guerra al terrore', la risposta reazionaria da parte di alcuni stati verso i flussi migratori – risposta invariabilmente fomentata dai media popolari – ha visto, ad esempio, l'espulsione di immigrati libici dall’Italia senza un previo corretto accertamento delle loro domande d’ingresso, e restrizioni estreme all'immigrazione in Olanda. I leader politici devono comprendere che quando si gioca con i diritti e con la democrazia, le azioni risuonano ben più delle belle parole, ed anche la retorica della grandeur euroepa su certi temi appare sfocata.C’è da sperare che l'inclusione della Carta dei Diritti Fondamenlai all’interno della Costituzione (se adottata) possa dare all’Ue una ‘cultura’ dei diritti umani ben più tangibile. Sembra tuttavia sempre più improbabile che ciò si verifichi. Fin dalla sua adozione a Nizza, la Carta è rimasta giuridicamente ambigua e, considerato il numero di sospensive e di deroghe, non è azzardato prevedere nel tempo una frammentazione dello standard di aplicazione dei diritti umani. Noi dobbiamo invece assicurare che i diritti umani non siano una supposizione politica o una preoccupazione intellettuale dell’intellighenzia di sinistra.
venerdì, gennaio 28, 2005
intervista di lavoro
oggi sono andato ad un colloquio...
come è andata? ho perso tempo! una vera rottura di palle... soprattutto appena ho capito che la persona che mi stava intervistando era intelletualmente sotto-sviluppata e spudoratamente falsa! ammetto di avere dei pregiudizzi, ma quando mi hanno chiamato quelli di M., dovevo rifiutare l'intervista! invece mi son detto: che ho da perdere? va be, a parte i sorrisi e le parole inutili tipo "mission", "vocazione" e cosi via, mi hanno proposto di fare altri 3 colloqui + 3 giorni a pomezia a sentire la presentazione della banca.... senza rispondere alla semplice domanda che gli ho fatto dopo 10 secondi: CHE CERCATE? di che lavoro si tratta? nessuna risposta chiara! Sono un signore altrimenti li avrei presi a parolacce! Lo stile è sostanza, come dice un mio amico! Il colmo è che alla fine mi hanno pure proposto di fare un test psicologico... Un vero spasso! L'ho sfogliato per vedere le domande, poi mi sono alzato, dicendo: "LA SALUTO!".
Dopo un ora che ci davamo del tu, è peggio che VAFFANCULO!
come è andata? ho perso tempo! una vera rottura di palle... soprattutto appena ho capito che la persona che mi stava intervistando era intelletualmente sotto-sviluppata e spudoratamente falsa! ammetto di avere dei pregiudizzi, ma quando mi hanno chiamato quelli di M., dovevo rifiutare l'intervista! invece mi son detto: che ho da perdere? va be, a parte i sorrisi e le parole inutili tipo "mission", "vocazione" e cosi via, mi hanno proposto di fare altri 3 colloqui + 3 giorni a pomezia a sentire la presentazione della banca.... senza rispondere alla semplice domanda che gli ho fatto dopo 10 secondi: CHE CERCATE? di che lavoro si tratta? nessuna risposta chiara! Sono un signore altrimenti li avrei presi a parolacce! Lo stile è sostanza, come dice un mio amico! Il colmo è che alla fine mi hanno pure proposto di fare un test psicologico... Un vero spasso! L'ho sfogliato per vedere le domande, poi mi sono alzato, dicendo: "LA SALUTO!".
Dopo un ora che ci davamo del tu, è peggio che VAFFANCULO!
Procter&Gamble conquista Gillette
Torna la voglia di fusioni a Wall Street. Dopo le recenti acquisizioni tra i colossi Peoplesoft-Oracle e Nextel-Sprint,oggi è stata annunciata la fusione di Gillette con la Procter&Gamble, gigante americano dei cosmetici e prodotti di largo consumo. Inoltre, secondo le indiscrezioni, ci sarebbe aria di fusione anche tra l'operatore telefonico americano SBC Communicattions e ATT&T. I titoli degli acquirenti e dei potenziali acquirenti sono rimasti in genere robusti, segnalando un'approvazione da parte del mercato. La Procter & Gamble, gigante americano dei cosmetici e dei prodotti di largo consumo, ha confermato oggi di aver concluso un accordo per acquistare il gruppo Gillette in una transazione valutata in circa 57 miliardi di dollari. L'accordo siglato tra le due aziende prevede la corresponsione di 57 miliardi di dollari in azioni e punta alla creazione di un vero e proprio colosso nel settore dell'igiene e della cosmesi, forte di 21 marchi (ciascuno dei quali in grado di assicurare ricavi annuali di oltre un miliardo di dollari). L'intesa tra P&G e Gillette (l'offerta prevede la valutazione di ogni suo titolo a quota 53,94 dollari, il 17,6% in più rispetto ai 45,85 dollari della chiusura di Borsa di ieri) determinerà la perdita del 4% della forza lavoro combinata dei due gruppi attualmente pari a 140.000 dipendenti. A gioire in maniera particolare dell'accordo raggiunto dovrebbe essere il finanziere Warren Buffett -noto come il 'guru di Omaha'- maggior singolo azionista di Gillette con 96 milioni di azioni in portafoglio.
giovedì, gennaio 27, 2005
mercoledì, gennaio 26, 2005
Bed & Breakfast o Appartamenti a Roma
Per le vostre vacanze a Roma.
Per prenotare Bed & Breakfast e Appartamenti.
Ecco un bel sito!
http://www.rome-online.com
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martedì, gennaio 25, 2005
oscar 2005
Nessuna sorpresa nelle candidature agli Oscar 2005, annunciate oggi a Los Angeles. Sfida tra due maestri del cinema: da un lato il superfavorito Martin Scorsese, che col suo The aviator strappa undici nomination; dall'altro, con sette, Clint Eastwood, in gara con Million dollar baby. Completano la cinquina degli aspiranti "best picture" il drammatico Finding Neverland (sette); il biografico Ray (sei), di Taylor Hackford; e la commedia adorata dai critici Sideways, di Alexander Payne. Sul fronte italiano, c'è da registrare l'esclusione - dalla rosa di candidati come miglior pellicola straniera -delle Chiavi di casa di Gianni Amelio. Nominati, invece, As it is in Heaven (Svezia), Les choristes (Francia), Downfall (Germania), Mare Dentro (Spagna), Yesterday (Sudafrica). Per sapere chi vincerà, bisogna attendere il prossimo 27 febbraio, quando i trionfatori di questa 73'ma edizione degli Oscar saranno premiati a Los Angeles. Grande escluso di quest'anno: Michael Moore con il suo Farhenheit 9/11, che non ha ottenuto nemmeno una nomination.
NESSUNA SORPRESA, appunto.
NESSUNA SORPRESA, appunto.
lunedì, gennaio 24, 2005
2005 anno difficile per le borse
Mentre il primo mese dell'anno volge al termine, le aspettative ottimistiche dello scorso dicembre sembrano essere state deluse. I mercati azionari americani hanno intrapreso una evidente correzione, seguiti da quelli europei che tuttavia mantengono una maggiore forza relativa. Le rosee previsioni di tutti gli analisti indicavano prospettive favorevoli per gli investitori e come al solito, anche questa volta, la borsa smentisce le opinioni della maggioranza!
sabato, gennaio 22, 2005
venerdì, gennaio 21, 2005
Minkia a Londra
Minkia ha trovato lavoro a Londra, entusiasmante! Nessuna nostalgia di Roccalumera!!!
Inizia con il volantinaggio per 50 sterline al giorno, poi farà l'imbianchino per 325 sterline a settimana. Nel frattempo ha cominciato a frequentare una buona scuola di inglese...quanto ci metterà ad imparare? I bookmaker scommettono su un minimo di 6 mesi! Dopo di che riuscirà ad introdursi in una seria istituzione finaziaria della City? qui le puntate sono ancora premature... ma c'è chi mormora gia che sta per nascere una nuova stella: un genio della finanza siculo che sconvolgerà i mercati finanziari internazionali!!!
p.s. il nostro eroe arriva in chat...
Minkia: comunque c'è di più ieri sera sono stato ad un disco bar, ad un tratto ne avevo una davanti e una di dietro che si strusciavano… imbarassing!!!
trafficantedecannelloni: ma che è successo con le due tipe?
minkia: nulla, mi ballavano adosso! Stasera vado in disco vediamo se c'è qualcuna che è disposta a farmi un with drou. Oh, ci siete? iman of shit? Ciccio, ieri sera all'inglese che vive qui gli ho fatto dire “annachiti u sangu”. minkia non puoi capire che ridere annachiti u sangu significa agita il tuo sangue, muoviti, poi iniziano a dire bene prelievi. adesso li devo far passare alla fase 2
risate che non ti dico con il greco quando cerco di dire qualcosa e ovviamente non ci riesco dopo vari tentativi diciamo la parola peace
trafficantedecannelloni: che greco?
minkia: si c'è un greco, che è ricercatore all'università, un sekkione, stà facendo uno studio con reti neurali dove dimostra che in base a ciò che facciamo usiamo solo parti parziali del cervello. Davvero ho visto il lavoro. È peggio di nat, pensa ha fatto una rete con 1000 neuroni.
trafficantedecannelloni: piu dei tuoi, no?
minkia: e si, i miei sono solo a 2 cifre forse, a voglia. stasera mi devono fare un prelievo a proposito. Mi sembra di stare a Taormina l'inglese è amico con uno che organizza serate praticamente non pago nelle disco ieri sera nn ho pagato stasera non pago. Ciccio è ‘na figata londra! belle fighe! ieri sera sono stato in un locale, Attica si chiama, stà sopra Piccadilly street non puoi capire!
trafficantedecannelloni: bonoooo
minkia: le fighe che c'erano! ciccini se pensavate che non mi ambientavo non avete capito un cazzo! devo trovare un buon lavoro e qui potrei buttarci l'ancora, per molto tempo. ciccini adesso vado a studiare, ciao.
Inizia con il volantinaggio per 50 sterline al giorno, poi farà l'imbianchino per 325 sterline a settimana. Nel frattempo ha cominciato a frequentare una buona scuola di inglese...quanto ci metterà ad imparare? I bookmaker scommettono su un minimo di 6 mesi! Dopo di che riuscirà ad introdursi in una seria istituzione finaziaria della City? qui le puntate sono ancora premature... ma c'è chi mormora gia che sta per nascere una nuova stella: un genio della finanza siculo che sconvolgerà i mercati finanziari internazionali!!!
p.s. il nostro eroe arriva in chat...
Minkia: comunque c'è di più ieri sera sono stato ad un disco bar, ad un tratto ne avevo una davanti e una di dietro che si strusciavano… imbarassing!!!
trafficantedecannelloni: ma che è successo con le due tipe?
minkia: nulla, mi ballavano adosso! Stasera vado in disco vediamo se c'è qualcuna che è disposta a farmi un with drou. Oh, ci siete? iman of shit? Ciccio, ieri sera all'inglese che vive qui gli ho fatto dire “annachiti u sangu”. minkia non puoi capire che ridere annachiti u sangu significa agita il tuo sangue, muoviti, poi iniziano a dire bene prelievi. adesso li devo far passare alla fase 2
risate che non ti dico con il greco quando cerco di dire qualcosa e ovviamente non ci riesco dopo vari tentativi diciamo la parola peace
trafficantedecannelloni: che greco?
minkia: si c'è un greco, che è ricercatore all'università, un sekkione, stà facendo uno studio con reti neurali dove dimostra che in base a ciò che facciamo usiamo solo parti parziali del cervello. Davvero ho visto il lavoro. È peggio di nat, pensa ha fatto una rete con 1000 neuroni.
trafficantedecannelloni: piu dei tuoi, no?
minkia: e si, i miei sono solo a 2 cifre forse, a voglia. stasera mi devono fare un prelievo a proposito. Mi sembra di stare a Taormina l'inglese è amico con uno che organizza serate praticamente non pago nelle disco ieri sera nn ho pagato stasera non pago. Ciccio è ‘na figata londra! belle fighe! ieri sera sono stato in un locale, Attica si chiama, stà sopra Piccadilly street non puoi capire!
trafficantedecannelloni: bonoooo
minkia: le fighe che c'erano! ciccini se pensavate che non mi ambientavo non avete capito un cazzo! devo trovare un buon lavoro e qui potrei buttarci l'ancora, per molto tempo. ciccini adesso vado a studiare, ciao.
giovedì, gennaio 20, 2005
eBay crolla e trascina giu i tecnologici
Riaffiorano le preoccupazioni per un rallentamento nella crescita degli utili aziendali usa, dopo i risultati e le previsioni di eBay più deboli delle attese.
Ebay - oggi titolo più scambiato del nasdaq- perde oltre il 18% dopo aver dichiarato un utile inferiore di un penny rispetto alle attese ed una previsione sulle vendite/utili del primo trimestre al disotto delle aspettative del mercato. Il gigante delle aste online annuncia poi uno split 2-for-1.
eBay's weaker report and forecast sparks tech sector selloff, sending the Nasdaq sliding.
"eBay is just today's problem, but it points out what's been bothering the market over the last few weeks," said Art Hogan, chief market analyst at Jefferies & Co.
"Earnings growth is still going to be good, but it's decelerating."
Ebay - oggi titolo più scambiato del nasdaq- perde oltre il 18% dopo aver dichiarato un utile inferiore di un penny rispetto alle attese ed una previsione sulle vendite/utili del primo trimestre al disotto delle aspettative del mercato. Il gigante delle aste online annuncia poi uno split 2-for-1.
eBay's weaker report and forecast sparks tech sector selloff, sending the Nasdaq sliding.
"eBay is just today's problem, but it points out what's been bothering the market over the last few weeks," said Art Hogan, chief market analyst at Jefferies & Co.
"Earnings growth is still going to be good, but it's decelerating."
"We believe this is the first time eBay has ever missed the Street's (earnings per share estimate)," American Technology Research analyst Mark Mahaney said.
Mafia
la mafia è la prima azienda del paese
fattura ogni anno oltre 100 miliardi di euro,
pari a circa il 9.5% del Pil italiano...
mctober scrive: ti immagini quella cinese?
fattura ogni anno oltre 100 miliardi di euro,
pari a circa il 9.5% del Pil italiano...
mctober scrive: ti immagini quella cinese?
mercoledì, gennaio 19, 2005
martedì, gennaio 18, 2005
I Tango bond e la Casa Rosada
Il giudizio più gentile definisce la proposta del governo argentino per la ristrutturazione del debito: «un colossale imbroglio».
Quello più duro: «un volgare ricatto».
Buenos Aires è esposta con il mondo per 102,6 miliardi di dollari di titoli di Stato («tango-bond»), tra capitale e interessi mai pagati (nel crack Parmalat, il buco è stato di 19 miliardi di euro).
La storia dei tango-bond comincia nel periodo dei magri rendimenti sui BOT. I «tango-bond», che rendevano bene ed erano garantiti da uno Stato sovrano, vengono acquistati da molti investitori. Naturalmente al maggiore rendimento corrispondeva un più alto rischio, una regola semplice che molti sembrano ignorare! Le banche italiane piazzano circa 14 miliardi di euro nei conti titoli di 450 mila risparmiatori: il nostro Paese è quello con la quota principale (dopo l’Argentina), un sesto del totale. La situazione economica del paese peggiora e i più scaltri ed informati vendono tutti i propri bond provocandone un crollo. I piccoli risparmiatori non capiscono o non sanno... e rimangono con il cerino in mano! Nella notte del Natale 2001, l'appena insediato presidente argentino Adolfo Rodríguez Saa, al culmine della profonda crisi economico-finanziaria, decide di sospendere il pagamento dei bond.
Ora il nuovo governo argentino di Néstor Kirchner, al potere dal maggio 2003, propone al mondo di scambiare i 102,6 miliardi di quei maledetti tango-bond con nuove obbligazioni fino a un massimo di 41,8 miliardi. «Prendere o lasciare» chiosa il suo ministro dell’Economia, Roberto Lavagna.
Le nuove emissioni avranno scadenza fino al 2045, ovviamente nessuno, neanche la Casa Rosada ne garantisce bontà e vendibilità. Non è una provocazione, è scritto, nero su bianco, anche nel prospetto, approvato dalla Consob.
Perché mai il Fondo monetario internazionale, che a Kirchner ha promesso un prestito da 13,5 miliardi di dollari e ne ha già versato una prima tranche da 3,5, non ha esercitato pressioni per ottenere di più in favore della numerosa massa di risparmiatori traditi? La congiuntura economica argentina è migliorata molto dopo la crisi del 2001-2002... Nel 2004 il Pil è cresciuto quasi del 9%. La bilancia dei pagamenti è tornata in attivo. Non si poteva offrire qualcosa di più rispetto a quel misero 30%? Nelle 20 ristrutturazioni di un debito statale andate in porto dal 1990, non era mai accaduto che gli obbligazionisti internazionali ci rimettessero più del 36 per cento.
Ora, in Italia il governo farà qualcosa per difendere gli interessi dei risparmiatori? Non credo proprio! Sento parlare della vecchia scusa del rischio morale! Riprendera quindi un nuovo e infinito contenzioso tra risparmiatori e banche.
Quello più duro: «un volgare ricatto».
Buenos Aires è esposta con il mondo per 102,6 miliardi di dollari di titoli di Stato («tango-bond»), tra capitale e interessi mai pagati (nel crack Parmalat, il buco è stato di 19 miliardi di euro).
La storia dei tango-bond comincia nel periodo dei magri rendimenti sui BOT. I «tango-bond», che rendevano bene ed erano garantiti da uno Stato sovrano, vengono acquistati da molti investitori. Naturalmente al maggiore rendimento corrispondeva un più alto rischio, una regola semplice che molti sembrano ignorare! Le banche italiane piazzano circa 14 miliardi di euro nei conti titoli di 450 mila risparmiatori: il nostro Paese è quello con la quota principale (dopo l’Argentina), un sesto del totale. La situazione economica del paese peggiora e i più scaltri ed informati vendono tutti i propri bond provocandone un crollo. I piccoli risparmiatori non capiscono o non sanno... e rimangono con il cerino in mano! Nella notte del Natale 2001, l'appena insediato presidente argentino Adolfo Rodríguez Saa, al culmine della profonda crisi economico-finanziaria, decide di sospendere il pagamento dei bond.
Ora il nuovo governo argentino di Néstor Kirchner, al potere dal maggio 2003, propone al mondo di scambiare i 102,6 miliardi di quei maledetti tango-bond con nuove obbligazioni fino a un massimo di 41,8 miliardi. «Prendere o lasciare» chiosa il suo ministro dell’Economia, Roberto Lavagna.
Le nuove emissioni avranno scadenza fino al 2045, ovviamente nessuno, neanche la Casa Rosada ne garantisce bontà e vendibilità. Non è una provocazione, è scritto, nero su bianco, anche nel prospetto, approvato dalla Consob.
Perché mai il Fondo monetario internazionale, che a Kirchner ha promesso un prestito da 13,5 miliardi di dollari e ne ha già versato una prima tranche da 3,5, non ha esercitato pressioni per ottenere di più in favore della numerosa massa di risparmiatori traditi? La congiuntura economica argentina è migliorata molto dopo la crisi del 2001-2002... Nel 2004 il Pil è cresciuto quasi del 9%. La bilancia dei pagamenti è tornata in attivo. Non si poteva offrire qualcosa di più rispetto a quel misero 30%? Nelle 20 ristrutturazioni di un debito statale andate in porto dal 1990, non era mai accaduto che gli obbligazionisti internazionali ci rimettessero più del 36 per cento.
Ora, in Italia il governo farà qualcosa per difendere gli interessi dei risparmiatori? Non credo proprio! Sento parlare della vecchia scusa del rischio morale! Riprendera quindi un nuovo e infinito contenzioso tra risparmiatori e banche.
lunedì, gennaio 17, 2005
"Se la sinistra andasse al governo....
... questo sarebbe l'esito: miseria, terrore, morte. Così come avviene ovunque governi il comunismo..."
MA COME SI FA A ESSERE COSI GROSSOLANI E BANALI?
è UN PALESE INSULTO ALL'INTELLIGENZA DI CHI ASCOLTA.
MA COME SI FA A ESSERE COSI GROSSOLANI E BANALI?
è UN PALESE INSULTO ALL'INTELLIGENZA DI CHI ASCOLTA.
domenica, gennaio 16, 2005
venerdì, gennaio 14, 2005
90 Motivi per cui è bello essere un uomo
Ecco una mail del mio amico "single" LUCA, detto il biondo!
1. Le conversazioni telefoniche durano in media 30 secondi
2. Le scene di nudo nei film sono praticamente sempre femminili
3. Sai come funziona un'autovettura
4. Una vacanza di 5 giorni necessita una valigia sola
5. Il calcio la domenica
6. Non devi eseguire dei monitoraggi sulla vita sessuale dei tuoi amici
7. Le file per andare in bagno sono 80% più corte
8. Riesci ad aprire i vasetti da solo
9. Vecchi amici non ti rompono le palle se aumenti o diminuisci di peso
10. Lavanderie e parrucchieri non ti spellano vivo
11. Quando cambi canali, non devi fermarti ad ogni scena di qualcuno che piange
12. Il tuo culo non è mai un fattore chiave in un intervista
13. Tutti i tuoi orgasmi sono veri
14. La pancia gonfia dovuta al bere non ti rende invisibile al sesso
opposto
15. Non hai problemi se il WC. pubblico è senza la tavoletta per
sedersi
16. Non devi trascinarti in giro una borsa piena di roba inutile
17. Puoi andare in bagno senza un gruppo di sostegno
18. Il tuo cognome resta uguale
19. Puoi lasciare un letto d'albergo disfatto
20. Quando viene criticato il tuo lavoro non pensi che i tuoi colleghi
ti odiano
21. Puoi finire tutto il tuo cibo
22. Il box auto è tutto tuo
23. Non ti becchi delle lodi extra per ogni più piccolo atto di intelligenza
24. Nessuno si domanda se "ingoi"
25. Puoi farti la doccia ed essere pronto in 10 minuti
26. Il sesso significa non preoccuparsi mai della propria reputazione
27. I piani del matrimonio si curano da soli
28. Se qualcuno si dimentica di invitarti, lui o lei può ancora esserti amico
29. Le tue mutande possono costare 10 euro per una confezione da tre
30. Nessuno dei tuoi colleghi ha il potere di farti piangere
31. Non devi raderti più in giù del collo
32. Non devi sdraiarti vicino ad un culo peloso ogni notte
33. Se hai 34 anni e sei "single" nessuno ci fa caso
34. Puoi scrivere il tuo nome nella neve
35. Tutto sul tuo viso resta del suo colore originale
36. Il cioccolato è solo un altro spuntino
37. Puoi diventare presidente della repubblica
38. Puoi goderti un viaggio in macchina in silenzio sul sedile del passeggero
39. I fiori rimediano tutto
40. Non devi mai preoccuparti dei sentimenti degli altri
41. Pensi al sesso 90% delle tue ore trascorse sveglio
42. Puoi indossare una maglietta bianca in un parco acquatico
43. 3 paia di scarpe sono più che sufficienti
44. Puoi mangiarti una banana in un negozio di ferramenta
45. Puoi dire qualsiasi cosa e non preoccuparti di cosa pensano le persone
46. I preliminari sono optional
47. Micheal Bolton non vive nel tuo universo
48. Nessuno smette di raccontare una bella barzelletta sporca quando entri nella stanza
49. Puoi strapparti la maglietta in una giornata afosa
50. Non devi rimettere in ordine l'appartamento se arriva un tecnico
per leggere i contatori
51. Non ti senti mai obbligato a fermare un amico dal farsi una sana scopata
52. I meccanici d'auto ti dicono la verità
53. Non te ne frega un cappero se nessuno se ne accorge del tuo nuovo taglio di capelli
54. Puoi guardare un programma televisivo con un amico in perfetto silenzio senza pensare "È incazzato con me"
55. Non interpreti mai male le frasi innocenti che velano il fatto che il tuo amante sta per mollarti
56. Non ti alzi mai di scatto per prendere a sberle le cose
57. La cera calda non arriva mai vicino alla tua zona pubica
58. Hai uno stesso stato d'animo, sempre
59. Puoi ammirare Clint Eastwood senza morire di fame per avere qualche somiglianza
60. Non devi mai tirare dritto davanti ad una stazione di servizio perché "fa schifo"
61. Conosci almeno venti modi per aprire una bottiglia di birra
62. Puoi sederti con le gambe divaricate non fa niente cosa indossi
63. Stesso lavoro.... più soldi
64. Capelli bianchi e rughe rendono interessanti
65. Non devi lasciare la stanza per fare degli interventi d'urgenza al cavallo
66. Vestito nuziale euro 10.000; abito da sposo euro 1.000
67. Non te ne frega niente se ti parlano alle spalle
68. Con 400 milioni di spermatozoi per colpo, potresti raddoppiare la popolazione terrestre in 15 volte, almeno in teoria
69. Non devi guardare voglioso il dessert degli altri
70. La gente non sbircia il tuo torace mentre ti parla
71. Puoi andare da un amico senza portare un piccolo dono
72. Feste d'addio al celibato sotterrano quelle della futura sposa
73. Hai una relazione normale e sana con tua madre
74. Puoi comperare preservativi senza che il negoziante ti immagini nudo
75. Non devi fare finta di avere bisogno di darti una "rinfrescata" per andare in bagno
76. Se ti dimentichi di telefonare a un amico, quello non andrà in giro a dire che sei cambiato, che sei diverso
77. Un giorno sarai un vecchio porco
78. Puoi rendere razionale qualsiasi comportamento con un utilissimo "vaffanculo"
79. Se un altro ragazzo arriva ad una festa vestito come te, potresti diventare il suo miglior amico
80. Un bel rutto. È quasi atteso di tanto in tanto
81. Non devi mai perdere una opportunità sessuale perché "non te la senti"
82. Pensi che l'idea di calciare un cagnetto rompiballe sia divertente
83. Se qualcosa di meccanico non ha funzionato, gli puoi dare una martellata e lanciarlo attraverso la stanza
84. Le scarpe nuove non ti tagliano, non ti fanno venire le vesciche o deformano i piedi
85. I film porno sono stati ideati ragionando come tu ragioni
86. Non devi ricordare i compleanni oppure gli anniversari di tutti
87. Se una persona non ti piace non vuol dire che non ci puoi fare una bella scopata
88. Puoi stare tranquillo che i tuoi amici non ti incastreranno mai con un
"noti qualcosa di diverso"
89. Baywatch
90. C'è sempre una partita trasmessa da qualche parte
1. Le conversazioni telefoniche durano in media 30 secondi
2. Le scene di nudo nei film sono praticamente sempre femminili
3. Sai come funziona un'autovettura
4. Una vacanza di 5 giorni necessita una valigia sola
5. Il calcio la domenica
6. Non devi eseguire dei monitoraggi sulla vita sessuale dei tuoi amici
7. Le file per andare in bagno sono 80% più corte
8. Riesci ad aprire i vasetti da solo
9. Vecchi amici non ti rompono le palle se aumenti o diminuisci di peso
10. Lavanderie e parrucchieri non ti spellano vivo
11. Quando cambi canali, non devi fermarti ad ogni scena di qualcuno che piange
12. Il tuo culo non è mai un fattore chiave in un intervista
13. Tutti i tuoi orgasmi sono veri
14. La pancia gonfia dovuta al bere non ti rende invisibile al sesso
opposto
15. Non hai problemi se il WC. pubblico è senza la tavoletta per
sedersi
16. Non devi trascinarti in giro una borsa piena di roba inutile
17. Puoi andare in bagno senza un gruppo di sostegno
18. Il tuo cognome resta uguale
19. Puoi lasciare un letto d'albergo disfatto
20. Quando viene criticato il tuo lavoro non pensi che i tuoi colleghi
ti odiano
21. Puoi finire tutto il tuo cibo
22. Il box auto è tutto tuo
23. Non ti becchi delle lodi extra per ogni più piccolo atto di intelligenza
24. Nessuno si domanda se "ingoi"
25. Puoi farti la doccia ed essere pronto in 10 minuti
26. Il sesso significa non preoccuparsi mai della propria reputazione
27. I piani del matrimonio si curano da soli
28. Se qualcuno si dimentica di invitarti, lui o lei può ancora esserti amico
29. Le tue mutande possono costare 10 euro per una confezione da tre
30. Nessuno dei tuoi colleghi ha il potere di farti piangere
31. Non devi raderti più in giù del collo
32. Non devi sdraiarti vicino ad un culo peloso ogni notte
33. Se hai 34 anni e sei "single" nessuno ci fa caso
34. Puoi scrivere il tuo nome nella neve
35. Tutto sul tuo viso resta del suo colore originale
36. Il cioccolato è solo un altro spuntino
37. Puoi diventare presidente della repubblica
38. Puoi goderti un viaggio in macchina in silenzio sul sedile del passeggero
39. I fiori rimediano tutto
40. Non devi mai preoccuparti dei sentimenti degli altri
41. Pensi al sesso 90% delle tue ore trascorse sveglio
42. Puoi indossare una maglietta bianca in un parco acquatico
43. 3 paia di scarpe sono più che sufficienti
44. Puoi mangiarti una banana in un negozio di ferramenta
45. Puoi dire qualsiasi cosa e non preoccuparti di cosa pensano le persone
46. I preliminari sono optional
47. Micheal Bolton non vive nel tuo universo
48. Nessuno smette di raccontare una bella barzelletta sporca quando entri nella stanza
49. Puoi strapparti la maglietta in una giornata afosa
50. Non devi rimettere in ordine l'appartamento se arriva un tecnico
per leggere i contatori
51. Non ti senti mai obbligato a fermare un amico dal farsi una sana scopata
52. I meccanici d'auto ti dicono la verità
53. Non te ne frega un cappero se nessuno se ne accorge del tuo nuovo taglio di capelli
54. Puoi guardare un programma televisivo con un amico in perfetto silenzio senza pensare "È incazzato con me"
55. Non interpreti mai male le frasi innocenti che velano il fatto che il tuo amante sta per mollarti
56. Non ti alzi mai di scatto per prendere a sberle le cose
57. La cera calda non arriva mai vicino alla tua zona pubica
58. Hai uno stesso stato d'animo, sempre
59. Puoi ammirare Clint Eastwood senza morire di fame per avere qualche somiglianza
60. Non devi mai tirare dritto davanti ad una stazione di servizio perché "fa schifo"
61. Conosci almeno venti modi per aprire una bottiglia di birra
62. Puoi sederti con le gambe divaricate non fa niente cosa indossi
63. Stesso lavoro.... più soldi
64. Capelli bianchi e rughe rendono interessanti
65. Non devi lasciare la stanza per fare degli interventi d'urgenza al cavallo
66. Vestito nuziale euro 10.000; abito da sposo euro 1.000
67. Non te ne frega niente se ti parlano alle spalle
68. Con 400 milioni di spermatozoi per colpo, potresti raddoppiare la popolazione terrestre in 15 volte, almeno in teoria
69. Non devi guardare voglioso il dessert degli altri
70. La gente non sbircia il tuo torace mentre ti parla
71. Puoi andare da un amico senza portare un piccolo dono
72. Feste d'addio al celibato sotterrano quelle della futura sposa
73. Hai una relazione normale e sana con tua madre
74. Puoi comperare preservativi senza che il negoziante ti immagini nudo
75. Non devi fare finta di avere bisogno di darti una "rinfrescata" per andare in bagno
76. Se ti dimentichi di telefonare a un amico, quello non andrà in giro a dire che sei cambiato, che sei diverso
77. Un giorno sarai un vecchio porco
78. Puoi rendere razionale qualsiasi comportamento con un utilissimo "vaffanculo"
79. Se un altro ragazzo arriva ad una festa vestito come te, potresti diventare il suo miglior amico
80. Un bel rutto. È quasi atteso di tanto in tanto
81. Non devi mai perdere una opportunità sessuale perché "non te la senti"
82. Pensi che l'idea di calciare un cagnetto rompiballe sia divertente
83. Se qualcosa di meccanico non ha funzionato, gli puoi dare una martellata e lanciarlo attraverso la stanza
84. Le scarpe nuove non ti tagliano, non ti fanno venire le vesciche o deformano i piedi
85. I film porno sono stati ideati ragionando come tu ragioni
86. Non devi ricordare i compleanni oppure gli anniversari di tutti
87. Se una persona non ti piace non vuol dire che non ci puoi fare una bella scopata
88. Puoi stare tranquillo che i tuoi amici non ti incastreranno mai con un
"noti qualcosa di diverso"
89. Baywatch
90. C'è sempre una partita trasmessa da qualche parte
giovedì, gennaio 13, 2005
si scatena il panico in tutte le borse mondiali!
se minkia arriva a londra il sabato 15 gennaio,
la settimana prossima si scatena
il panico in tutte le borse mondiali!
mctober: forse, :-) a meno che il 16 non sia gia di ritorno...
la settimana prossima si scatena
il panico in tutte le borse mondiali!
mctober: forse, :-) a meno che il 16 non sia gia di ritorno...
El costo de los diputados
El costo de los diputados bonaerenses
El aumento presupuestario para la Cámara de Diputados bonaerense de 34 millones de pesos ha provocado una lógica inquietud en la opinión pública, tanto por el incremento en sí mismo, de aproximadamente el 30% con respecto al año último, como por las denuncias de legisladores vinculados con el gobernador Felipe Solá acerca de los fines espurios que esconde esa mayor partida de fondos.
Más sospechas aún genera el hecho de que el aumento presupuestario de 117 a 151 millones de pesos para el cuerpo legislativo fue adoptado virtualmente entre gallos y medianoche, tras el retiro del recinto de un importante grupo de diputados del PJ que responden al mandatario provincial.
Si se divide el monto presupuestado por los 92 integrantes del cuerpo se llega a la conclusión de que cada diputado tiene un costo de 1.641.000 pesos, que parece desproporcionado.
Representantes del sector duhaldista, que impulsó el incremento del presupuesto legislativo, justificaron tal aumento ante la necesidad de una recomposición salarial de los empleados de la Cámara de Diputados. En tal sentido, el presidente del cuerpo, Osvaldo Mércuri, aclaró que se trata de un "presupuesto de previsión" y no "de ejecución", por lo que "aquello que no llegue a utilizarse pasará a ser crédito del nuevo ejercicio de 2006". Una explicación obvia, dado que todo presupuesto apunta a prever los gastos y recursos para el año entrante.
El titular de la Cámara también explicó que el aumento aprobado está dirigido a atender erogaciones por incrementos salariales al personal, así como previsiones por eventuales pagos retroactivos en función de sentencias judiciales que declararon inconstitucional un recorte salarial dispuesto en 2001 por el entonces gobernador Carlos Ruckauf.
En el peor de los casos, la suma de todos esos conceptos no llega a justificar el incremento de 34 millones de pesos en el presupuesto del cuerpo, sino un monto menor. Y en el mejor de los casos, habría que cotejar el criterio expresado por el presidente de la Cámara con el de otros legisladores que se oponen al reajuste presupuestario, para quienes la mejora salarial de los empleados podía arreglarse con apenas 1.500.000 pesos.
En todo caso, si lo que se busca es mejorar los ingresos de los aproximadamente 1100 empleados de la Cámara, los legisladores debieron agotar los esfuerzos para achicar otros gastos seguramente prescindibles, algo que por cierto tendría que efectuarse seguramente en otras áreas de la administración provincial. Y desde ya que esas decisiones no pueden tomarse a libro cerrado, sino que se requiere un debate esclarecedor, con la presencia de todos los legisladores y a la vista de toda la ciudadanía.
Resulta chocante que, en momentos en que los ciudadanos bonaerenses son sometidos a una persecución impositiva como pocas veces vista, y en que la sociedad toda está extremando sus esfuerzos para cumplir con el fisco pese a la delicada situación socioeconómica, surjan actitudes tan poco ejemplares como las de los integrantes de la Cámara de Diputados provincial.
Es de esperar que los legisladores mediten seriamente sobre las delicadas consecuencias de su decisión y la revean, optando por deponer estériles pugnas partidarias como las que caracterizan al peronismo bonaerense y por anteponer el interés general.
Link : http://www.lanacion.com.ar/670658
El aumento presupuestario para la Cámara de Diputados bonaerense de 34 millones de pesos ha provocado una lógica inquietud en la opinión pública, tanto por el incremento en sí mismo, de aproximadamente el 30% con respecto al año último, como por las denuncias de legisladores vinculados con el gobernador Felipe Solá acerca de los fines espurios que esconde esa mayor partida de fondos.
Más sospechas aún genera el hecho de que el aumento presupuestario de 117 a 151 millones de pesos para el cuerpo legislativo fue adoptado virtualmente entre gallos y medianoche, tras el retiro del recinto de un importante grupo de diputados del PJ que responden al mandatario provincial.
Si se divide el monto presupuestado por los 92 integrantes del cuerpo se llega a la conclusión de que cada diputado tiene un costo de 1.641.000 pesos, que parece desproporcionado.
Representantes del sector duhaldista, que impulsó el incremento del presupuesto legislativo, justificaron tal aumento ante la necesidad de una recomposición salarial de los empleados de la Cámara de Diputados. En tal sentido, el presidente del cuerpo, Osvaldo Mércuri, aclaró que se trata de un "presupuesto de previsión" y no "de ejecución", por lo que "aquello que no llegue a utilizarse pasará a ser crédito del nuevo ejercicio de 2006". Una explicación obvia, dado que todo presupuesto apunta a prever los gastos y recursos para el año entrante.
El titular de la Cámara también explicó que el aumento aprobado está dirigido a atender erogaciones por incrementos salariales al personal, así como previsiones por eventuales pagos retroactivos en función de sentencias judiciales que declararon inconstitucional un recorte salarial dispuesto en 2001 por el entonces gobernador Carlos Ruckauf.
En el peor de los casos, la suma de todos esos conceptos no llega a justificar el incremento de 34 millones de pesos en el presupuesto del cuerpo, sino un monto menor. Y en el mejor de los casos, habría que cotejar el criterio expresado por el presidente de la Cámara con el de otros legisladores que se oponen al reajuste presupuestario, para quienes la mejora salarial de los empleados podía arreglarse con apenas 1.500.000 pesos.
En todo caso, si lo que se busca es mejorar los ingresos de los aproximadamente 1100 empleados de la Cámara, los legisladores debieron agotar los esfuerzos para achicar otros gastos seguramente prescindibles, algo que por cierto tendría que efectuarse seguramente en otras áreas de la administración provincial. Y desde ya que esas decisiones no pueden tomarse a libro cerrado, sino que se requiere un debate esclarecedor, con la presencia de todos los legisladores y a la vista de toda la ciudadanía.
Resulta chocante que, en momentos en que los ciudadanos bonaerenses son sometidos a una persecución impositiva como pocas veces vista, y en que la sociedad toda está extremando sus esfuerzos para cumplir con el fisco pese a la delicada situación socioeconómica, surjan actitudes tan poco ejemplares como las de los integrantes de la Cámara de Diputados provincial.
Es de esperar que los legisladores mediten seriamente sobre las delicadas consecuencias de su decisión y la revean, optando por deponer estériles pugnas partidarias como las que caracterizan al peronismo bonaerense y por anteponer el interés general.
Link : http://www.lanacion.com.ar/670658
INCREDIBILE, MINKIA PARTE PER LONDRA!!!
orsocattivo (minkia): ciccio, mi ni staiu iennu:-2 e stò a londra
e mi si gghiava un cazzu
tutta l'italia
stò a parti ciccio
mi ni staiu iennu
-2 gg e stò a londra
Panini: ok
orsocattivo: viremu. si veni dda tu, l'italia se ne può andare a fan culo
vado via senza rimpianti, famiglia a parte
ciccio ho 4 contatti ho avuto il numero del mio amico
n.di cell
Panini: de furci?
orsocattivo: yes, sono stato poco fà a casa sua
Panini: ohh, bce alza tassi!!!!!
orsocattivo: azzo
Panini: :-)) ma de che!
orsocattivo: ciccio, quando questo succederà, il sistema inizierà
a prendere schiaffi...
Panini: il sistema?
orsocattivo: il sistema economico! ciccio, mi ha chiamato mediolanum circa 15 minuti fà: davvero
Panini: e che volevano?
orsocattivo: tramite un conoscente in comune hanno saputo di me
e mi hanno contattato volevano fissarmi un colloquio
Panini: Per fare cosa?
orsocattivo: pi fari cosa sicunnu tia il promotore finanziario!
gli ho detto guardi stò partendo, vado a londra
ma non ci cacati u cazzu
ancora si pigghiunu pu culu iddi stissi
e vurriunu pigghiari pu culu a mia
ma facitibilla scaramattari nto culu
sti froci
Panini: ma sabato vai a dermire dal tuo amico?
orsocattivo: yes, ciccio sugnu sistimatu
aiu u travagghiu
u postu pi dommiri
Panini: alla grande
orsocattivo: ora ma ciccari a troia e ma nzignari l'inglese
Panini: ce ne sono tante
orsocattivo: e poi mi nu vaiu a travagghiari a city. a troia mi sevvi per il full immersion
cosi o parri o parri
Panini: un piano perfetto
orsocattivo: come le cose che penso io del resto, in 15 gg ho oraganizzato tutto.
ciccio ti dugnu na brutta notizia: tu dda non ci veni.
Hai troppe radici a roma!
Panini: ma che radici?
orsocattivo: convivi li, è un casino per te spostarti a londra
Panini: mica vero!
orsocattivo: hmmmm, ciccio, se veramente lo volevi fare
mandavi 50 curriculum al di, come ho fatto io
Panini: é che mi hanno risposto al primo e mi sono adagiato!
orsocattivo: e allora? che c'entra se questi non ti chiamano?
chi fai spetti 50 anni
non ti poi fimmari
io oggi nonostante i contatti stò continuando a mandarli
mica ti arrestano cazzo?
Panini: si che ti arrestano per SPAM
orsocattivo: spam?
Panini: cercalo sul vocabolario inglese
orsocattivo: ciccio, la prossima settimana si ni parra
oggi ho un casino di cose da fare, devo andare pure dal dentista
Panini: ok
orsocattivo: da sabato se ne riaprla
Panini: ma da londra ti colleghi al msn?
orsocattivo:sabato 15... new life! data storica
Panini: hai un pc?
orsocattivo: li si, quello del mio amico
ma non voglio usarlo; pc+internet=droga for minkia
drugs
Panini: allora non ci sentiamo più?
orsocattivo: ci sentiamo ma all'inizio poco, non voglio avere contatti con italiani,
già ho detto al mio amico di catania che deve parlarmi in INGLESE!!!
INCREDIBILE MINKIA PARTE PER LONDRAAAAAAAAAAAA
e mi si gghiava un cazzu
tutta l'italia
stò a parti ciccio
mi ni staiu iennu
-2 gg e stò a londra
Panini: ok
orsocattivo: viremu. si veni dda tu, l'italia se ne può andare a fan culo
vado via senza rimpianti, famiglia a parte
ciccio ho 4 contatti ho avuto il numero del mio amico
n.di cell
Panini: de furci?
orsocattivo: yes, sono stato poco fà a casa sua
Panini: ohh, bce alza tassi!!!!!
orsocattivo: azzo
Panini: :-)) ma de che!
orsocattivo: ciccio, quando questo succederà, il sistema inizierà
a prendere schiaffi...
Panini: il sistema?
orsocattivo: il sistema economico! ciccio, mi ha chiamato mediolanum circa 15 minuti fà: davvero
Panini: e che volevano?
orsocattivo: tramite un conoscente in comune hanno saputo di me
e mi hanno contattato volevano fissarmi un colloquio
Panini: Per fare cosa?
orsocattivo: pi fari cosa sicunnu tia il promotore finanziario!
gli ho detto guardi stò partendo, vado a londra
ma non ci cacati u cazzu
ancora si pigghiunu pu culu iddi stissi
e vurriunu pigghiari pu culu a mia
ma facitibilla scaramattari nto culu
sti froci
Panini: ma sabato vai a dermire dal tuo amico?
orsocattivo: yes, ciccio sugnu sistimatu
aiu u travagghiu
u postu pi dommiri
Panini: alla grande
orsocattivo: ora ma ciccari a troia e ma nzignari l'inglese
Panini: ce ne sono tante
orsocattivo: e poi mi nu vaiu a travagghiari a city. a troia mi sevvi per il full immersion
cosi o parri o parri
Panini: un piano perfetto
orsocattivo: come le cose che penso io del resto, in 15 gg ho oraganizzato tutto.
ciccio ti dugnu na brutta notizia: tu dda non ci veni.
Hai troppe radici a roma!
Panini: ma che radici?
orsocattivo: convivi li, è un casino per te spostarti a londra
Panini: mica vero!
orsocattivo: hmmmm, ciccio, se veramente lo volevi fare
mandavi 50 curriculum al di, come ho fatto io
Panini: é che mi hanno risposto al primo e mi sono adagiato!
orsocattivo: e allora? che c'entra se questi non ti chiamano?
chi fai spetti 50 anni
non ti poi fimmari
io oggi nonostante i contatti stò continuando a mandarli
mica ti arrestano cazzo?
Panini: si che ti arrestano per SPAM
orsocattivo: spam?
Panini: cercalo sul vocabolario inglese
orsocattivo: ciccio, la prossima settimana si ni parra
oggi ho un casino di cose da fare, devo andare pure dal dentista
Panini: ok
orsocattivo: da sabato se ne riaprla
Panini: ma da londra ti colleghi al msn?
orsocattivo:sabato 15... new life! data storica
Panini: hai un pc?
orsocattivo: li si, quello del mio amico
ma non voglio usarlo; pc+internet=droga for minkia
drugs
Panini: allora non ci sentiamo più?
orsocattivo: ci sentiamo ma all'inizio poco, non voglio avere contatti con italiani,
già ho detto al mio amico di catania che deve parlarmi in INGLESE!!!
INCREDIBILE MINKIA PARTE PER LONDRAAAAAAAAAAAA
mercoledì, gennaio 12, 2005
martedì, gennaio 11, 2005
L'etica del taglione
ALESSANDRO ROBECCHI
Leggere su un giornale italiano che la tortura, tutto sommato, in fondo in fondo, a pensarci bene, non è poi così male, fa un certo effetto. Ma, pardon, mi correggo, non è tortura, stolto che sono. Il Foglio, l'unico quotidiano al mondo che sa l'inglese (compresi quelli americani e inglesi, ovvio) ci fa la lezioncina: il nuovo ministro della giustizia di Bush (e della nazione, ci mancherebbe!) non ha mai parlato di «tortura», ma di «stimoli» sui prigionieri. E' un decisivo argomento dialettico, una sfumatura: se mai un giorno dovrete stare a Guantanamo inginocchiati per tre anni con una tuta arancione e una buona razione di legnate stimolanti, avrete tempo per riflettere sulla sottigliezza. Dunque, alla fine, la decisione degli Stati uniti di non applicare la convenzione di Ginevra nelle sue attuali guerre in corso non è così male. Dopo Ashcroft che metteva il reggiseno alla statua della giustizia, ecco il signor Gonzales, che fa il suo brillante discorsetto, naturalmente condanna la «tortura», e nel contempo sollecita gli «stimoli». Già mi vedo i prigionieri di Abu Grahib che festeggiano nelle foto e nei filmini. Fin qui siamo, per così dire, alla constatazione di come va il mondo: la prima potenza mondiale eccetera eccetera che fa parlare i prigionieri a suo modo. Un po', credo, come ha sempre fatto. O fatto fare a professionisti ingaggiati sul posto in tutta l'America latina, o con le minoranze interne durante la seconda guerra mondiale, o con gli attori e gli sceneggiatori comunisti di Hollywood, o con le popolazioni indigene eccetera eccetera. Ecco, è la cara vecchia America. Di questi tempi poi, particolarmente impegnata nella dimostrazione dell'antica logica che il più stronzo deve picchiare più forte. Si chiama Impero, credo.
Ma se le guardie imperiali incutono un certo timore, altrettanto non si può dire dei loro uffici stampa, pericolosamente a corto di idee.
L'illuminato ragionamento che giustifica la tortura è il seguente. A) Ci troviamo di fronte a un nuovo nemico e a un nuovo tipo di guerra. B) Dobbiamo usare metodi nuovi. C) Tagliamo le palle a quei bastardi finché non parlano! Vedete anche voi che il ragionamento è deboluccio: si invoca modernità e adeguamento al nuovo nemico e si finisce per usare gli stessi sistemi di venti secoli fa. Senza contare che ogni nemico in ogni guerra è sempre «nuovo», e ogni guerra è sempre una «nuova» guerra, e dunque allegramente ci adegueremo e compreremo nuovi elettrodi e pinze e strumenti stimolanti per sempre «nuovi» prigionieri. Non fa una grinza, ma dal punto di vista culturale - diciamolo - il ragionamento si avvicina più al modello Di Canio che a quello dell'intellettuale colto, sia pure neocon. Urge dunque correre ai ripari. Sì, va bene, tortura, stimoli, costrizioni, convenzione di Ginevra, belle parole. Ma, fateci caso, tutto viene più bello e luccicante se ci spalmate sopra, come una vernicetta trasparente, un po' di etica. Anche le peggiori scempiaggini (torturiamo la gente perché è una guerra nuova, ah, ah, ma chi gli scrive i testi a Ferrara?) sono più digeribili se condite con l'etica giusta. Come per il confetto Falqui, basta la parola: etica! Guardare in faccia questa cosa, cercare informazioni dai prigionieri e non aver paura di usare «stimoli» per convincerli, e dirlo in un'aula del Congresso degli Stati uniti è una cosa etica. Se lo dite con atteggiamento pensoso, magari con un po' di trombonica retorica sul male e il bene, e qualche trucchetto da buon prosatore, chissà, qualcuno può anche cascarci. Bene, salutiamo con un bell'applauso questa new entry del nuovo millennio, la tortura etica. Ora, abbellito e agghindato, reso accettabile dai sottili ragionamenti dei ponzatori e placcato di etica, anche il vecchio caro tubo di gomma per picchiare la gente è sdoganato, accettato, reso più umano e dolorosamente utile. Bisognerà avvertire le maestranze, quei bravi ragazzi americani di Abu Grahib: ehi, gente, tranquilli, è il vostro vecchio manganello, nuovo modello, modello etico.
Anche se, in tutta franchezza, mi sfugge il motivo per cui uno che giustifica la tortura debba poi darsi anche una giustificazione morale. Dico, va bene armarsi di strumenti teorici, è lodevole. Ma se sei arrivato alle pinze roventi, al guinzaglio e alla deprivazione sensoriale, che te ne fai dell'etica?
Leggere su un giornale italiano che la tortura, tutto sommato, in fondo in fondo, a pensarci bene, non è poi così male, fa un certo effetto. Ma, pardon, mi correggo, non è tortura, stolto che sono. Il Foglio, l'unico quotidiano al mondo che sa l'inglese (compresi quelli americani e inglesi, ovvio) ci fa la lezioncina: il nuovo ministro della giustizia di Bush (e della nazione, ci mancherebbe!) non ha mai parlato di «tortura», ma di «stimoli» sui prigionieri. E' un decisivo argomento dialettico, una sfumatura: se mai un giorno dovrete stare a Guantanamo inginocchiati per tre anni con una tuta arancione e una buona razione di legnate stimolanti, avrete tempo per riflettere sulla sottigliezza. Dunque, alla fine, la decisione degli Stati uniti di non applicare la convenzione di Ginevra nelle sue attuali guerre in corso non è così male. Dopo Ashcroft che metteva il reggiseno alla statua della giustizia, ecco il signor Gonzales, che fa il suo brillante discorsetto, naturalmente condanna la «tortura», e nel contempo sollecita gli «stimoli». Già mi vedo i prigionieri di Abu Grahib che festeggiano nelle foto e nei filmini. Fin qui siamo, per così dire, alla constatazione di come va il mondo: la prima potenza mondiale eccetera eccetera che fa parlare i prigionieri a suo modo. Un po', credo, come ha sempre fatto. O fatto fare a professionisti ingaggiati sul posto in tutta l'America latina, o con le minoranze interne durante la seconda guerra mondiale, o con gli attori e gli sceneggiatori comunisti di Hollywood, o con le popolazioni indigene eccetera eccetera. Ecco, è la cara vecchia America. Di questi tempi poi, particolarmente impegnata nella dimostrazione dell'antica logica che il più stronzo deve picchiare più forte. Si chiama Impero, credo.
Ma se le guardie imperiali incutono un certo timore, altrettanto non si può dire dei loro uffici stampa, pericolosamente a corto di idee.
L'illuminato ragionamento che giustifica la tortura è il seguente. A) Ci troviamo di fronte a un nuovo nemico e a un nuovo tipo di guerra. B) Dobbiamo usare metodi nuovi. C) Tagliamo le palle a quei bastardi finché non parlano! Vedete anche voi che il ragionamento è deboluccio: si invoca modernità e adeguamento al nuovo nemico e si finisce per usare gli stessi sistemi di venti secoli fa. Senza contare che ogni nemico in ogni guerra è sempre «nuovo», e ogni guerra è sempre una «nuova» guerra, e dunque allegramente ci adegueremo e compreremo nuovi elettrodi e pinze e strumenti stimolanti per sempre «nuovi» prigionieri. Non fa una grinza, ma dal punto di vista culturale - diciamolo - il ragionamento si avvicina più al modello Di Canio che a quello dell'intellettuale colto, sia pure neocon. Urge dunque correre ai ripari. Sì, va bene, tortura, stimoli, costrizioni, convenzione di Ginevra, belle parole. Ma, fateci caso, tutto viene più bello e luccicante se ci spalmate sopra, come una vernicetta trasparente, un po' di etica. Anche le peggiori scempiaggini (torturiamo la gente perché è una guerra nuova, ah, ah, ma chi gli scrive i testi a Ferrara?) sono più digeribili se condite con l'etica giusta. Come per il confetto Falqui, basta la parola: etica! Guardare in faccia questa cosa, cercare informazioni dai prigionieri e non aver paura di usare «stimoli» per convincerli, e dirlo in un'aula del Congresso degli Stati uniti è una cosa etica. Se lo dite con atteggiamento pensoso, magari con un po' di trombonica retorica sul male e il bene, e qualche trucchetto da buon prosatore, chissà, qualcuno può anche cascarci. Bene, salutiamo con un bell'applauso questa new entry del nuovo millennio, la tortura etica. Ora, abbellito e agghindato, reso accettabile dai sottili ragionamenti dei ponzatori e placcato di etica, anche il vecchio caro tubo di gomma per picchiare la gente è sdoganato, accettato, reso più umano e dolorosamente utile. Bisognerà avvertire le maestranze, quei bravi ragazzi americani di Abu Grahib: ehi, gente, tranquilli, è il vostro vecchio manganello, nuovo modello, modello etico.
Anche se, in tutta franchezza, mi sfugge il motivo per cui uno che giustifica la tortura debba poi darsi anche una giustificazione morale. Dico, va bene armarsi di strumenti teorici, è lodevole. Ma se sei arrivato alle pinze roventi, al guinzaglio e alla deprivazione sensoriale, che te ne fai dell'etica?
lunedì, gennaio 10, 2005
Daiquiri
Ingredients:
1 1/2 oz Light rum
Juice of 1/2 Lime
1 tsp Powdered sugar
Mixing instructions:
Shake all ingredients with ice, strain into a cocktail glass, and serve.
(See also Frozen Daiquiri.)
Frozen Daiquiri
Ingredients:
1 1/2 oz Light rum
1 tblsp Triple sec
1 1/2 oz Lime juice
1 tsp Sugar
1 Cherry
1 cup crushed Ice
Mixing instructions:
Combine all ingredients (except for the cherry) in an electric blender and blend at a low speed for five seconds, then blend at a high speed until firm. Pour contents into a champagne flute, top with the cherry, and serve
1 1/2 oz Light rum
Juice of 1/2 Lime
1 tsp Powdered sugar
Mixing instructions:
Shake all ingredients with ice, strain into a cocktail glass, and serve.
(See also Frozen Daiquiri.)
Frozen Daiquiri
Ingredients:
1 1/2 oz Light rum
1 tblsp Triple sec
1 1/2 oz Lime juice
1 tsp Sugar
1 Cherry
1 cup crushed Ice
Mixing instructions:
Combine all ingredients (except for the cherry) in an electric blender and blend at a low speed for five seconds, then blend at a high speed until firm. Pour contents into a champagne flute, top with the cherry, and serve
BERRR
Sapere tutto di Berlusconi fa diventare subito ricchi ...
Pasquale vede scendere da una fiammante macchina sportiva un amico che non vedeva da molto tempo vestito con sorprendente eleganza. Subito incuriosito gli domanda “Ciao, Mario hai fatto fortuna eh? ”
- Gia` - gli risponde Mario - Ho telefonato alla RAI e ho detto che sapevo tutto su Giuseppe Garibaldi. Mi hanno invitato a una trasmissione di quiz, mi hanno fatto tante domande e cosi` ho vinto trecento milioni.
Passa qualche mese e anche Pasquale comincia a pavoneggiarsi in abiti all'ultima moda e a girare con una macchina costosissima. Incontra nuovamente Mario e gli dice: “Sai Mario, devo proprio ringraziarti . Ho seguito il tuo metodo e ho fatto fortuna anch'io”
- Hai telefonato alla RAI?
- “No! Ho telefonato a Mediaset. Gli ho detto che sapevo tutto su Silvio Berlusconi e mi hanno dato immediatamente cinque miliardi senza nemmeno farmi una domanda!”
Pasquale vede scendere da una fiammante macchina sportiva un amico che non vedeva da molto tempo vestito con sorprendente eleganza. Subito incuriosito gli domanda “Ciao, Mario hai fatto fortuna eh? ”
- Gia` - gli risponde Mario - Ho telefonato alla RAI e ho detto che sapevo tutto su Giuseppe Garibaldi. Mi hanno invitato a una trasmissione di quiz, mi hanno fatto tante domande e cosi` ho vinto trecento milioni.
Passa qualche mese e anche Pasquale comincia a pavoneggiarsi in abiti all'ultima moda e a girare con una macchina costosissima. Incontra nuovamente Mario e gli dice: “Sai Mario, devo proprio ringraziarti . Ho seguito il tuo metodo e ho fatto fortuna anch'io”
- Hai telefonato alla RAI?
- “No! Ho telefonato a Mediaset. Gli ho detto che sapevo tutto su Silvio Berlusconi e mi hanno dato immediatamente cinque miliardi senza nemmeno farmi una domanda!”
BER
Silvio Berlusconi preso in ostaggio dai terroristi
C'è una lunghissima coda in autostrada.
Una persona al volante della sua auto comincia ad innervosirsi ad un certo punto spazientito abbassa il finestrino ed urla ad uno che si sta avvicinando a piedi:
- « Ma che diavolo succede ? »
l'uomo gli risponde:
- “ Un gruppo di terroristi ha preso Silvio Berlusconi in ostaggio.
Chiedono 10 milioni di dollari di riscatto; altrimenti hanno detto che lo cospargono di benzina e gli danno fuoco! Stiamo facendo una colletta tra tutti gli automobilisti per raccogliere il necessario... ”
- « ...e quanto avete raccolto fino ad ora ? »
- “ ... 900 litri di super e 100 accendini... ”
C'è una lunghissima coda in autostrada.
Una persona al volante della sua auto comincia ad innervosirsi ad un certo punto spazientito abbassa il finestrino ed urla ad uno che si sta avvicinando a piedi:
- « Ma che diavolo succede ? »
l'uomo gli risponde:
- “ Un gruppo di terroristi ha preso Silvio Berlusconi in ostaggio.
Chiedono 10 milioni di dollari di riscatto; altrimenti hanno detto che lo cospargono di benzina e gli danno fuoco! Stiamo facendo una colletta tra tutti gli automobilisti per raccogliere il necessario... ”
- « ...e quanto avete raccolto fino ad ora ? »
- “ ... 900 litri di super e 100 accendini... ”
Fumare meno fumare meglio
di MICHELE SERRA
OGNI vizio contiene il sottile ma netto discrimine tra il piacere e il dispiacere. Fellini ci ha mostrato un Casanova che si non si accoppia più per godere, ma per dovere, e copula con zelo meccanico, come un orologio a cucù, come uno schiavo della reiterazione. Da fumatore conosco bene quel discrimine, e odio il mio vizio più spesso di quanto lo ami. Le sigarette godute sono una piccola minoranza, la maggioranza brucia nell'esercizio spesso nauseante della dipendenza. I posacenere zeppi e fetidi, l'abitacolo della macchina pregno di fumo vecchio, il mal di testa da overdose nicotinica descrivono il fallimento di un piacere divenuto routine irriflessiva, condanna quotidiana. Come un lavoro?
Ecco, accanto alla giusta preoccupazione sugli eccessi di zelo dello Stato ficcanaso e salutista, è bene inserire anche una riflessione su quanto invadente e costrittivo sia anche il tabagismo, che ci impone un obbligo, quello di accenderne sempre una di troppo, almeno tanto pesante, e pedante, quanto la nuova legge anti-fumo. Per questo saluterò questo primo giorno proibizionista con serenità, vedendo se riesco a coglierne le opportunità sopportandone gli obblighi.
Fumare, intanto, non è vietato. È consentito laddove non si ledano i polmoni altrui, o se non credete alla nomea funebre del fumo passivo, dove non si colonizzi l'aria degli altri, per i quali magari è fetore ciò che a noi sembra aroma. Dalla mezzanotte di ieri noi fumatori abbiamo un vantaggio: siamo indotti a riconsiderare ogni sigaretta come una scelta, un'occasione, una piccola vacanza, e non più come un gesto ovvio e abusato. La nuova legge impreziosisce il fumo, lo restituisce alla sua nobile natura di vizio. Un vizio inflazionato non è più tale, non è più un gioioso sgarro alle regole, è un tic devastante, un meccanico obbedire.
Poiché viviamo in un'epoca bulimica, nella quale ogni qualità diventa quantità da ingurgitare, e ogni assaggio indigestione, qualunque discorso sul limite e sulla misura diventa per ciò stesso interessante, e perfino seducente. Capisco le perplessità dei miei fratelli fumatori, e condivido soprattutto l'antipatia contro un certo maccartismo salutista che vede l'uomo come un'entità vergine da purificare ad ogni costo.
Non voglio essere purificato, amo sentirmi moderatamente contaminato perché ritengo che vivere e contaminarsi (e consumarsi, perché non dobbiamo essere avari) siano quasi sinonimi. Però, se lo spirito critico vale nei confronti dello Stato infermiere, deve valere anche nei conti privati che ciascuno di noi fa con le proprie abitudini, e attitudini. Il vizio, quando si trasforma in una specie di maschera immodificabile (l'ubriaco depresso, il cocainomane sopra le righe, il mangione che non parla d'altro, il tabagista che ti fuma in faccia senza nemmeno chiedersi se ti avvelena l'aria) è anch'esso artefice (nonché vittima) di un'ossessione totalitaria.
È esiziale per se stesso, ma è anche ingombrante e sgradevole per gli altri. Il moltiplicarsi dei narcisismi ("io sono così e mi piaccio così, che ci volete fare") che già ammorba la convivenza sociale suggerirebbe - per mitezza, per intelligenza - di provare, ciascuno nel suo, a contenersi, ovvero a modificarsi, a cambiare, a non rimanere impermeabili alla presenza e al giudizio degli altri.
Si tratterebbe, poi, più o meno di quello che i nostri vecchi chiamavano buona educazione. Le leggi intervengono, in genere, laddove le persone non sono più in grado di normarsi da sé sole, di chiedersi, cioè, dove e quando il proprio diritto invade e lede quello altrui. Così questa legge, che mi è sommamente antipatica perché nasce (lo spiegava bene Maurizio Ricci ieri su questo giornale) dal paternalismo di Stato, e insomma ci tratta da discoli immaturi, mi sembra comunque una legge necessaria e inevitabile, perché fa da contrappasso a una delle tante incontinenze sociali, e aiuta a percepire meglio l'esistenza del prossimo.
Fumare meno, fumare meglio potrebbe essere lo slogan giusto per rinobilitare un vizio elegante come il tabacco, scaduto da tempo, per colpa di noi fumatori, al rango di rovinosa e banale intossicazione di massa.
(10 gennaio 2005)
OGNI vizio contiene il sottile ma netto discrimine tra il piacere e il dispiacere. Fellini ci ha mostrato un Casanova che si non si accoppia più per godere, ma per dovere, e copula con zelo meccanico, come un orologio a cucù, come uno schiavo della reiterazione. Da fumatore conosco bene quel discrimine, e odio il mio vizio più spesso di quanto lo ami. Le sigarette godute sono una piccola minoranza, la maggioranza brucia nell'esercizio spesso nauseante della dipendenza. I posacenere zeppi e fetidi, l'abitacolo della macchina pregno di fumo vecchio, il mal di testa da overdose nicotinica descrivono il fallimento di un piacere divenuto routine irriflessiva, condanna quotidiana. Come un lavoro?
Ecco, accanto alla giusta preoccupazione sugli eccessi di zelo dello Stato ficcanaso e salutista, è bene inserire anche una riflessione su quanto invadente e costrittivo sia anche il tabagismo, che ci impone un obbligo, quello di accenderne sempre una di troppo, almeno tanto pesante, e pedante, quanto la nuova legge anti-fumo. Per questo saluterò questo primo giorno proibizionista con serenità, vedendo se riesco a coglierne le opportunità sopportandone gli obblighi.
Fumare, intanto, non è vietato. È consentito laddove non si ledano i polmoni altrui, o se non credete alla nomea funebre del fumo passivo, dove non si colonizzi l'aria degli altri, per i quali magari è fetore ciò che a noi sembra aroma. Dalla mezzanotte di ieri noi fumatori abbiamo un vantaggio: siamo indotti a riconsiderare ogni sigaretta come una scelta, un'occasione, una piccola vacanza, e non più come un gesto ovvio e abusato. La nuova legge impreziosisce il fumo, lo restituisce alla sua nobile natura di vizio. Un vizio inflazionato non è più tale, non è più un gioioso sgarro alle regole, è un tic devastante, un meccanico obbedire.
Poiché viviamo in un'epoca bulimica, nella quale ogni qualità diventa quantità da ingurgitare, e ogni assaggio indigestione, qualunque discorso sul limite e sulla misura diventa per ciò stesso interessante, e perfino seducente. Capisco le perplessità dei miei fratelli fumatori, e condivido soprattutto l'antipatia contro un certo maccartismo salutista che vede l'uomo come un'entità vergine da purificare ad ogni costo.
Non voglio essere purificato, amo sentirmi moderatamente contaminato perché ritengo che vivere e contaminarsi (e consumarsi, perché non dobbiamo essere avari) siano quasi sinonimi. Però, se lo spirito critico vale nei confronti dello Stato infermiere, deve valere anche nei conti privati che ciascuno di noi fa con le proprie abitudini, e attitudini. Il vizio, quando si trasforma in una specie di maschera immodificabile (l'ubriaco depresso, il cocainomane sopra le righe, il mangione che non parla d'altro, il tabagista che ti fuma in faccia senza nemmeno chiedersi se ti avvelena l'aria) è anch'esso artefice (nonché vittima) di un'ossessione totalitaria.
È esiziale per se stesso, ma è anche ingombrante e sgradevole per gli altri. Il moltiplicarsi dei narcisismi ("io sono così e mi piaccio così, che ci volete fare") che già ammorba la convivenza sociale suggerirebbe - per mitezza, per intelligenza - di provare, ciascuno nel suo, a contenersi, ovvero a modificarsi, a cambiare, a non rimanere impermeabili alla presenza e al giudizio degli altri.
Si tratterebbe, poi, più o meno di quello che i nostri vecchi chiamavano buona educazione. Le leggi intervengono, in genere, laddove le persone non sono più in grado di normarsi da sé sole, di chiedersi, cioè, dove e quando il proprio diritto invade e lede quello altrui. Così questa legge, che mi è sommamente antipatica perché nasce (lo spiegava bene Maurizio Ricci ieri su questo giornale) dal paternalismo di Stato, e insomma ci tratta da discoli immaturi, mi sembra comunque una legge necessaria e inevitabile, perché fa da contrappasso a una delle tante incontinenze sociali, e aiuta a percepire meglio l'esistenza del prossimo.
Fumare meno, fumare meglio potrebbe essere lo slogan giusto per rinobilitare un vizio elegante come il tabacco, scaduto da tempo, per colpa di noi fumatori, al rango di rovinosa e banale intossicazione di massa.
(10 gennaio 2005)
domenica, gennaio 09, 2005
venerdì, gennaio 07, 2005
mercoledì, gennaio 05, 2005
Da non dimenticare
Situazione: Marce, Dora, Massimo e LUNA nella stanza-studio di casa
Dora scherza con Massimo... (ovvero rompe le palle)
Massimo dice:
"Dori, non mi disturbare che sto cercando lavoro!!!!"
Dori risponde:
"No boludo, y si despues encontras uno que haces?"
En eso consiste el humor cordobes!!!!!
Dora scherza con Massimo... (ovvero rompe le palle)
Massimo dice:
"Dori, non mi disturbare che sto cercando lavoro!!!!"
Dori risponde:
"No boludo, y si despues encontras uno que haces?"
En eso consiste el humor cordobes!!!!!
January effect o paura dell'inflazione?
Con i mercati vicini ai massimi degli ultimi 3 anni, gli investitori sono combattuti: da una parte, la paura per gli eccessi dell'esuberanza, dall'altra le speranze per un trimestre tradizionalmente favorevole.
All'improvviso si è riaffacciata un'altra minaccia che ieri ha provocato un deciso sell off nei mercati finanziari nordamericani. La pubblicazione delle "minute" del meeting del 14 dicembre scorso della Federal Open Market Committee, rivela una preoccupante spaccatura della FED sulle prospettive inflazionistiche.
Un certo numero di banchieri centrali del FOMC esprime una crescente preoccupazione per le conseguenze inflazionistiche del dollaro debole, dei prezzi energetici e del rallentamento della crescita della produttività. Alcuni banchieri centrali avvertono che il lungo periodo di tassi bassi sta provocando comportamenti stile "bolla" ed "eccessivo risk-taking", come ad esempio "credit spreads" molto stretti, un accelerazione delle IPO (initial public offerings) e delle M&A (mergers and acquisition), oltre alla continua corsa del mercato immobiliare.
I falchi della Fed fanno sentire la loro voce! Paura???
All'improvviso si è riaffacciata un'altra minaccia che ieri ha provocato un deciso sell off nei mercati finanziari nordamericani. La pubblicazione delle "minute" del meeting del 14 dicembre scorso della Federal Open Market Committee, rivela una preoccupante spaccatura della FED sulle prospettive inflazionistiche.
Un certo numero di banchieri centrali del FOMC esprime una crescente preoccupazione per le conseguenze inflazionistiche del dollaro debole, dei prezzi energetici e del rallentamento della crescita della produttività. Alcuni banchieri centrali avvertono che il lungo periodo di tassi bassi sta provocando comportamenti stile "bolla" ed "eccessivo risk-taking", come ad esempio "credit spreads" molto stretti, un accelerazione delle IPO (initial public offerings) e delle M&A (mergers and acquisition), oltre alla continua corsa del mercato immobiliare.
I falchi della Fed fanno sentire la loro voce! Paura???
Augusto Pinochet
L'Alto tribunale ha dato il proprio avallo agli arresti domiciliari
Cile, Corte Suprema respinge il ricorso di Pinochet
L'ex dittatore potrà essere processato per il presunto coinvolgimento nell'Operazione Condor, il piano dei regimi militari sudamericani negli anni '70 e '80 per liquidare gli oppositori
(Adnkronos) - La Corte Suprema cilena ha respinto il ricorso intentato dai legali dell'ex dittatore Augusto Pinochet per evitare il processo per il presunto coinvolgimento nell'Operazione Condor, il piano concordato dai regimi militari sudamericani negli anni '70 e '80 per liquidare gli oppositori politici. L'Alto tribunale ha quindi dato il proprio avallo agli arresti domiciliari disposti dal giudice Juan Guzman lo scorso 13 dicembre.
Tra i tanti capitoli bui degli anni delle giunte militari latinoamericane, quello dell''Operacion Condor' è uno dei più sinistri. Perché ha rappresentato un esempio di creazione di una sorta di cartello trasnazionale della repressione, ovvero la cooperazione di sei regimi latinoamericani con lo scopo asserito di dare la caccia e uccidere gli oppositori.
Un piano che sarebbe rimasto per sempre segreto se nel dicembre del 1992 un giudice paraguayano non avesse trovato, per caso, dei vecchi fascicoli in un commissariato di Asuncion. Fascicoli che da allora sono stati soprannominati gli ''archivi del terrore'', dove si elencavano le centinaia di persone che furono rapirte, torturate e uccise nell'ambito dell'operazione.
Secondo documenti ritrovati in Paraguay - e messi agli atti dalla Corte d'appello di Santiago - l'operazione fu lanciata durante una riunione avvenuta in Cile il 25 novembre 1975. Una data forse non scelta a caso dal paese ospitante, visto che era il 60esimo compleanno del generale Pinochet, che l'11 settembre del 1973 aveva preso il potere dopo aver rovesciato con un golpe e assassinato il presidente eletto Salvator Allende. Attorno al tavolo, oltre ai cileni, i capi dell'intelligence militare di Argentina (dove i militari avrebbero portato a termine il golpe nel marzo dell'anno seguente), Brasile, Bolivia, Paraguay e Uruguay.
Dalla riunione nacque un accordo di cooperazione, che prevedeva lo scambio di squadroni della morte, con il compito di individuare e uccidere gli oppositori che avevano cercato rifugio in paesi confinanti. E fu anche istituito un ufficio di collegamento, all'interno del quartier generale della polizia segreta cilena, la famigerata Dina, a Santiago. Ma il raggio d'azione dell'operazione superò i confini dell'America Latina, con gli agenti del Condor che sono stati accusati e incriminati per azioni in altri paesi.
Cile, Corte Suprema respinge il ricorso di Pinochet
L'ex dittatore potrà essere processato per il presunto coinvolgimento nell'Operazione Condor, il piano dei regimi militari sudamericani negli anni '70 e '80 per liquidare gli oppositori
(Adnkronos) - La Corte Suprema cilena ha respinto il ricorso intentato dai legali dell'ex dittatore Augusto Pinochet per evitare il processo per il presunto coinvolgimento nell'Operazione Condor, il piano concordato dai regimi militari sudamericani negli anni '70 e '80 per liquidare gli oppositori politici. L'Alto tribunale ha quindi dato il proprio avallo agli arresti domiciliari disposti dal giudice Juan Guzman lo scorso 13 dicembre.
Tra i tanti capitoli bui degli anni delle giunte militari latinoamericane, quello dell''Operacion Condor' è uno dei più sinistri. Perché ha rappresentato un esempio di creazione di una sorta di cartello trasnazionale della repressione, ovvero la cooperazione di sei regimi latinoamericani con lo scopo asserito di dare la caccia e uccidere gli oppositori.
Un piano che sarebbe rimasto per sempre segreto se nel dicembre del 1992 un giudice paraguayano non avesse trovato, per caso, dei vecchi fascicoli in un commissariato di Asuncion. Fascicoli che da allora sono stati soprannominati gli ''archivi del terrore'', dove si elencavano le centinaia di persone che furono rapirte, torturate e uccise nell'ambito dell'operazione.
Secondo documenti ritrovati in Paraguay - e messi agli atti dalla Corte d'appello di Santiago - l'operazione fu lanciata durante una riunione avvenuta in Cile il 25 novembre 1975. Una data forse non scelta a caso dal paese ospitante, visto che era il 60esimo compleanno del generale Pinochet, che l'11 settembre del 1973 aveva preso il potere dopo aver rovesciato con un golpe e assassinato il presidente eletto Salvator Allende. Attorno al tavolo, oltre ai cileni, i capi dell'intelligence militare di Argentina (dove i militari avrebbero portato a termine il golpe nel marzo dell'anno seguente), Brasile, Bolivia, Paraguay e Uruguay.
Dalla riunione nacque un accordo di cooperazione, che prevedeva lo scambio di squadroni della morte, con il compito di individuare e uccidere gli oppositori che avevano cercato rifugio in paesi confinanti. E fu anche istituito un ufficio di collegamento, all'interno del quartier generale della polizia segreta cilena, la famigerata Dina, a Santiago. Ma il raggio d'azione dell'operazione superò i confini dell'America Latina, con gli agenti del Condor che sono stati accusati e incriminati per azioni in altri paesi.
martedì, gennaio 04, 2005
BUSH, BIN LADEN e il petrolio di *Sbancor
Due milioni di barili al giorno sono la differenza fra un mercato del greggio “corto” o lungo. Fra $30 barile e $150 al barile. George Bush lo sa. I sauditi anche. Osama Bin Laden pure.
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25 Dicembre 2004 2:53 NEW YORK
*Dietro lo pseudonimo Sbancor si cela un noto banchiere italiano.
- Se fosse ancora vivo, Plutarco non avrebbe avuto esitazioni a scrivere le “Vite Parallele” di Bush e Bin Laden. Come in una antica leggenda l’uno infatti non fa che inverare i fantasmi dell’altro, in un gioco di specchi e porte aperte e chiuse degne di una commedia attica. Eppure Plutarco, ultimo dei grandi sacerdoti ellenici, avrebbe avuto qualche difficoltà a capire la “religiosità” dei due protagonisti.
Ad esempio nessuno ha finora notato la comune avversione verso l’alcool che accomuna Bush, cristiano rinato, e Bin Laden adepto wahabbita. E ve lo dice chi dell’alcool ha lunga e non pentita esperienza. Ad entrambi manca quello spirito dionisiaco e panico, che solo una lunga ed accorta distillazione può dare. Entrambi troppo attaccati al proprio “io astemio” per poter liberamente delirare, con le innumerevoli forme che l’essere può prendere, saggiamente diluito appunto, in una miscela alcolica. Vero è che non c’è più pericoloso alcolizzato dell’astemio, sempre pronto – senza neppure la giustificazione dell’ubriachezza – a prendere per verità i suoi deliri.
Insomma è sapienza volgare, ma non per questo meno attinente, il dire che un ottimo Martini o Alerxander o, se più vi piace un Bloody Mary, avrebbe fatto del gran bene ai due forsennati protagonisti della III° o IV mondiale guerra che, con insulsa vanità, si propone di insanguinare il già provato pianeta.
Fuggiti dai concreti piaceri del vitigno, i nostri, (si scusi il termine) eroi sembrano prediligere il petrolio, ancorché il vino o i distillati, ad oggetto delle proprie smisurate brame. Entrambi con un unico e coerente obiettivo: farne aumentare il prezzo.
E di petrolio dunque si parli, visto che non abbiamo di meglio. L’oro nero, sommamente inquinante e a differenza dell’oro, di vischioso ed insalubre aspetto, attraversa una delle sue cicliche fasi di scarsezza. E non perché non ve ne sia abbastanza sulla terra, anzi sotto la terra. Finirà ben prima il genere umano del petrolio, se non pone fine alla dissennatezza di usarlo come principale fonte di energia.
Sul petrolio si dicono molte sciocchezze. Modelli matematico-statistici che ne prevedono la fine entro pochi anni, congiure di palazzo della famiglia Saud, apocalittici scenari sui consumi cinesi. Ripeto: molto probabilmente sarà il petrolio a mettere fine al genere umano, ma non per la sua scarsità, semmai per la sua abbondanza e per il suo uso scriteriato. Il fatto è che le riserve mondiali di petrolio sono oggi un multiplo di quelle che erano negli anni ’70, quando già gli apocalittici del Club di Roma volevano convincermi ad andare in bicicletta. Riaffermo: la bicicletta è sicuramente salubre, ma con il petrolio non ha nulla a che vedere.
Ed allora, come diceva il banchiere Mattioli, facciamo due conti. La domanda mondiale di petrolio nel II° trimestre 2004 è stata 80,90 milioni di barili/giorno, contro i 79,77 del 2003. Un po’più di 1 milione di barili di domanda. Circa 1 milione di barili ne ha assorbiti la Cina, che è passata dai 5,55 del 2003 ai 6,57 del II° trimestre 2004. La domanda cinese ha “fatto” il mercato nonostante che il suo “peso”, in termini di incremento di domanda sia pari all’1,25% del mercato.
Troppo poco per spiegare gli incrementi di prezzo.
Ed allora cos’è che spinge in alto i “prezzi del greggio”?
Da economista risponderei:
1) il grado di utilizzo degli impianti, che è superiore al 96%: troppo alto. I mancati investimenti dovuti al “basso” prezzo del petrolio degli anni ’90 fanno sentire il loro effetto con un “gap” temporale di 5/10 anni, che è assolutamente “normale” nell’industria petrolifera. 2) La guerra “irachena”: il cui effetto è però relativo. Nei primi nove mesi del 2004 infatti la produzione si è stabilizzata su 2,4 milioni di barili giorno, nonostante gli attentati. E vero che l’Iraq può superare i 4 milioni di barili giorno, ma è comunque sopra la media degli 1,3 del 2003, anno di guerra. Gli attentati per ora hanno inciso soprattutto sul trasporto via autobotte e sulle interruzioni delle pipelines, più raramente sulla produzione. 3) La contesa sulla “Yukos” fra Putin e la mafia russa, dove Putin rivendica tasse non pagate dal colosso petrolifero per un ammontare tale da farlo fallire. La Russia infatti è il secondo produttore mondiale di petrolio e la Yukos è la più grande compagnia petrolifera del paese. Ora ri-nazionalizzata, con un colpo di mano giusto prima della fine dell’anno. 4) Le crisi in Venezuela e Nigeria, che assommate alle precedenti hanno un influenza maggiore del peso relativo dei due paesi sullo scacchiere internazionale.
Questa congiuntura pone l’Arabia Saudita, primo produttore al mondo di petrolio, e paese più ricco di riserve accertate, cioè disponibili, in una condizione di arbitro del mercato mondiale. 9.500 milioni di barili giorno esclusi i condensati. E possono arrivare a 12 milioni di barili, in caso di crisi.
E i Saud sono il vero mistero. Chi dagli anni ’70 abbia seguito le sorti della dinastia, sa che le strategie saudite sono almeno doppie, quando sono a corto di idee. Unica provincia dell’Impero che può dialogare direttamente con il sovrano, l’Arabia Saudita può disorientare anche gli analisti più accorti. I legami d’interesse e i conflitti con l’imperatore, i rapporti fra la Casa dei Bush e la Casa dei Saud costituiscono la vera chiave interpretativa degli ultimi 30 anni di Storia. (Si veda in proposito l’ottimo libro di Robert Bear – ex agente CIA – “Sleeping with the Devil”, ora tradotto anche in italiano).
Ho incontrato dei Sauditi a uno di quei convegni internazionali che fanno la gioia dei banchieri. Solerti promettevano petrolio a non finire. Il balletto intorno alle cifre delle riserve di petrolio saudite era impressionante. Un dato però risultava certo: in un orizzonte di tempo di cinque-dieci anni i giacimenti di petrolio saudita rappresenteranno l’unica vera “valvola” sul prezzo. Soli i sauditi infatti possono aumentare immediatamente la produzione fino a due milioni di barili al giorno. E due milioni di barili al giorno sono la differenza fra un mercato del greggio “corto” o lungo. Fra 30 dollari barile e 150 dollari al barile. Gli americani lo sanno. I sauditi anche. Bin-Laden pure.
Il vero problema è che, all’interno degli oltre 50.000 principi che formano la casa reale dei Saud, è difficilissimo distinguere i filo-occidentali dai seguaci di Osama Bin Laden. E il motivo è semplice, per quanto sconcertante: sono le stesse persone.
BUSH, BIN LADEN E IL PETROLIO (II)
La Casa dei Saud ha finanziato per 25 anni l'estremismo islamico. Ma ha un problema, il pretendente al trono è completamente pazzo. Dai finanziatori agli operativi: sulle tracce di Bin Laden, dall'Arabia Saudita al Pakistan. Chi paga e chi è pagato?
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2 Gennaio 2005 5:00 ROMA
-“Follow the money” – Segui il denaro diceva Deep Throath (Gola Profonda) ai due giornalisti che incriminarono il Presidente Nixon per lo scandalo Watergate. Ma per seguire questo flusso di denaro non bastano due intraprendenti cronisti del “Washington Post”. Dal 1979 la casa regnante dei Saud lancia la più grossa offensiva di propaganda religiosa mai vista sulla faccia del pianeta: 70 miliardi di dollari è il “budget” iniziale.
Nel 1979 due fatti erano intervenuti a modificare gli assetti del Medio-Oriente: la rivoluzione iraniana aveva creato una teocrazia sciita che sembrava in grado di combattere il “Grande Satana”, gli Stati Uniti d’America. Sempre nel 1979 un gruppo di militanti sciiti si impossessò per alcune ore della Grande Moschea della Mecca, il luogo santo dell’Islam dove è conservata la Ka’aba, la pietra nera. I Principi Sauditi si risvegliarono dal loro ozio fatto di ville sulla costa azzurra, Ferrari, Roll’s Royce e Rolex tempestati di diamanti. Gli “eretici” sciiti erano alle porte, l’Iran di Khoimeni si espandeva fino a Beirut dove nasceva il Partito di Dio, gli Hezbollah. Tutti i regimi mediorientali tremavano sotto la minaccia della Shia. A Istambul le donne si vestivano “all’iraniana”, Chador e cappotti lunghi grigi. A partire dagli anni ’80, con la guerra in Afghanistan, il flusso di denaro aumenta. I risultati si vedono: 1.500 moschee, 210 centri islamici, 202 collegi e circa 2000 scuole realizzate in quegli anni solo nei paesi non-islamici.
Le organizzazioni “di carità” incanalano flussi continui di valuta verso tutte le organizzazioni radicali islamiche, dall’Algeria al Sudan, dall’Indonesia alle Filippine.
Incontrammo Ben Bella ad Algeri: era appena iniziata la “mattanza algerina”, che è costata la vita ad oltre 300.000 persone. Gli chiedemmo chi secondo lui finanziasse gli estremisti islamici. “Ci rispose: “I Saud, cioè gli americani”.
Riyadh e Washington insieme fornirono 3,5 miliardi di dollari ai “mujaddin” che combattevano in Afghanistan. Durante la guerra in Bosnia i Saud misero a disposizione dei gruppi integralisti circa 150 milioni di dollari. Lo stesso fu fatto in Cecenia.
Ora è difficile credere che questa politica estera Saudita possa essere durata circa 25 anni senza che gli Americani ne sapessero nulla. Ma è proprio quello che il “rapporto al Congresso sul 9/11” ci vuol far credere. Più realistico pensare che in questo fiume di dollari, di petro-dollari, nuotassero molti pesci dell’amministrazione U.S.A. Di alcuni si ha diretta notizia, come dell’ex Direttore della CIA Richard Helmes, coinvolto nello scandalo BCCI come risulta dal “Rapporto Kerry”. Di altra si ha evidenza dai libri soci di alcune società ben introdotte in Medioriente come il “Carlyle Group” o la “Halliburton”. Quindi Bush padre e Cheney, Frank Carlucci e James Baker III.
Diversi agenti Cia hanno raccontato come per tutti gli anni ’90 qualsiasi inchiesta sul terrorismo islamico che coinvolgesse la famiglia reale Saudita venisse immediatamente fermata dai livelli gerarchici più alti. (cfr. The Saudi Connection “How Billions in oil money spawned a global terror network”. Stessa storia per il Pakistan e per il suo famigerato servizio segreto: l’I.S.I.
All’interno della Casa Reale Saud il “prediletto” di Re Fahd è Abdul Aziz, detto “Azouzi” che in arabo significa “Caro” a detenere la leadership nei finanziamenti agli integralisti. “Caro” girava con una Harley Davidson dentro i palazzi sauditi, travolgendo servi e schiavi. “Caro” è un po’ lento di cervello, viziato, inaffidabile. “Caro” ha speso 4,6 milardi di dollari per un palazzo. “Caro” ha ricostruito la “Mecca” in scala e paga attori perche recitino la parte dei “fedeli 24 ore su 24. Ha ricostruito anche l’Alhambra Medina e una mezza dozzina di siti islamici. “Caro” è pazzo da legare. Ma l’indovino di Re Fahd disse che “Azousi” avrebbe portato fortuna e lunga vita al Re. E ormai Fahd è ridotto a un vegetale. Defeca in pubblico e può essere mostrato solo da lontano alle cerimonie del regno. Recentemente gli uomini di Ghedaffi hanno cercato di eliminarlo. Inutilmente.
Regna Abdullah, il reggente uomo di costumi severi, della tribù dei Rashid. Uomo che viveva nel deserto amava i datteri ed il latte di capra. Ma intorno ci sono Salman, Sultan e Nayef. La “guerra di successione saudita” è già iniziata. E qualcuno pensa che porterà alla fine della “Casa dei Saud”.
Dai finanziatori agli operativi. Dall'Arabia Saudita al Pakistan: sulle tracce di Bin Laden.
Il reddito procapite nell’Arabia Saudita è passato dai 28.600 dollari del 1981 ai 6.800 del 2001. Nel 1981 era ancora in corso la guerra fra Iraq ed Iran che ha tenuto per anni alto il prezzo del petrolio. Il 9/11 2001 avviene l’attacco alle “Twin Towers”. L’Arabia Saudita subito dopo l’11 settembre invia negli USA oltre 9 milioni di barili di petrolio, scongiurando un inflazione devastante sui prezzi delle merci americane. Nel 2003 il P.I.L. dell’Arabia Saudita è cresciuto del 7,2%. E anche per il 2004 ed il 2005 si prevedono incrementi del P.I.L. superiori al 6%.
L’alleato saudita paga ed è pagato. Chi paga e chi è pagato? “That is the question”.
Esiste una sezione speciale della CIA. Si chiama Illicit Transactions Group (ITG). Cerca di trovare i canali che finanziano i terroristi, ed Al Qaeda in particolare. In Bosnia nell’ottobre del 2001 le forze della Nato fanno un'irruzione dell’Alta Commissione Saudita per gli Aiuti in Bosnia, fondata dal Principe Salman. Trovano foto degli attentati alle ambasciate USA in Kenia e Tanziana, prima e dopo il bombardamento, trovano foto del Word Trade Center e dell’incrociatore “Cole”, affondato da un commando di Al Qaeda. Ma c’è di più: $130.000 sono stati versati da Haifa moglie dell’ambasciatore saudita negli U.S.A., Principe Bandar, a due degli attentatori delle “Twin Towers”. Altri 100.000 $ sarebbero stati versati secondo il "Times of India" direttamente dal generale capo dell'I.S.I., il servizio segreto pakistano a Mohammed Atta. Il generale stava a Washington durante l'11 settembre e si incontrò con alti esponenti dell'Amministrazione Bush. Fra cui Richard Armitage. Il Generale ora è in pensione. Presumibilmente i suoi conti in banca no.
Tutte le indagini concernenti il flusso di fondi che portano ad Al Qaeda sono state bloccate. Ahmed Idris Nasreddin e Youssef M. Nada, indicati dopo l’11 settembre come due delle principali fonti finanziarie di Al Qaeda sono ancora a piede libero. Nada possiede ancora un albergo a Milano. Tutte le indagini sulle fonti finanziarie del terrorismo indicano un unico grande “sponsor”: la “famiglia Saud”. Ma questo non sembra interessare a nessuno, tranne che a Michael Moore.
La IIRO, controllata dal Gran Mufti di Riyadh, come la Muslim Word League ed altre centinaia di associazioni “caritatevoli” continuano a finanziare l’estremismo islamico in Bosnia, Kossovo, Checenia, Algeria, Sudan, Indonesia, Filippine, Thailandia Malesia ecc.
In Macedonia il fratello di Zawahiri, lo sceicco egiziano "numero due" di Al Qaeda ha agito indisturbato fino all’ 11 settembre. Guidava i ribelli di etnia albanese, mussulmani, sostenuti dal Kossovo Liberation Army (KLA). Ha avuto ospitalità in una base di una consociata della “Halliburton”.
A volte navigare su “Internet” non è solo piacevole. Ma anche interessante. E’ così che ho scoperto South Asia Analysis Group, un sito legato all’”intelligence” dell’India.
Ora gli indiani il problema del “fondamentalismo islamico”, come dire, ce l’hanno. In casa ed alle frontiere. E a volte sembrano decisamente sconcertati dal comportamento degli Americani. Come quando gli USA si fanno scappare Osama da Tora Bora. A loro risulta che sia stato ospitato e curato in Pakistan da ex membri dell’I.S.I. (il servizio segreto pakistano). Agli Americani no.
Non solo, agli indiani risulta anche che il capo della banda di rapitori di alcuni ingegneri cinesi in Afghanistan sia Abdullah Mahsud, un capo talebano arrestato durante l’offensiva americana del 2001-2002, deportato a Guantanamo e poi rilasciato. Attualmente è operativo nell’area del Sud Waziristan.
Ma ciò che manda decisamente “ai matti” i poveri indiani è la questione delle cassette audio e video di Osama. Si tratta di ben 30 messaggi, dal 9/11/2001 recapitati tutti alla sede di Al Jazeera ad Islamabad. Ora – dicono gli indiani - come è possibile che trenta invii fatti da persone che presumibilmente sono in contatto diretto con Osama Bin Laden, che non usa altra forma di comunicazione con il mondo esterno, non siano stati soggetti neanche ad una “intercettazione” da parte della CIA, dell’FBI o dei servizi segreti pakistani (ISI), che non trascurano, peraltro, di interrogare chiunque, per caso, entri nell’ambasciata indiana a Islamabad?
Gli indiani si ritengono parte importante, e non a torto, della “guerra al terrorismo islamico”. Ma sono assolutamente sconcertati dal comportamento degli U.S.A.
I quali stanno chiudendo l’anno in bellezza con la fornitura di F/16 (che possono trasportare armi nucleari), batterie di missili anti tank e anti arereo, sistemi radar per la marina e batterie di modernissimi cannoni “Vulcan” proprio all’esercito pakistano del Gen. Musharraf.
(continua)
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25 Dicembre 2004 2:53 NEW YORK
*Dietro lo pseudonimo Sbancor si cela un noto banchiere italiano.
- Se fosse ancora vivo, Plutarco non avrebbe avuto esitazioni a scrivere le “Vite Parallele” di Bush e Bin Laden. Come in una antica leggenda l’uno infatti non fa che inverare i fantasmi dell’altro, in un gioco di specchi e porte aperte e chiuse degne di una commedia attica. Eppure Plutarco, ultimo dei grandi sacerdoti ellenici, avrebbe avuto qualche difficoltà a capire la “religiosità” dei due protagonisti.
Ad esempio nessuno ha finora notato la comune avversione verso l’alcool che accomuna Bush, cristiano rinato, e Bin Laden adepto wahabbita. E ve lo dice chi dell’alcool ha lunga e non pentita esperienza. Ad entrambi manca quello spirito dionisiaco e panico, che solo una lunga ed accorta distillazione può dare. Entrambi troppo attaccati al proprio “io astemio” per poter liberamente delirare, con le innumerevoli forme che l’essere può prendere, saggiamente diluito appunto, in una miscela alcolica. Vero è che non c’è più pericoloso alcolizzato dell’astemio, sempre pronto – senza neppure la giustificazione dell’ubriachezza – a prendere per verità i suoi deliri.
Insomma è sapienza volgare, ma non per questo meno attinente, il dire che un ottimo Martini o Alerxander o, se più vi piace un Bloody Mary, avrebbe fatto del gran bene ai due forsennati protagonisti della III° o IV mondiale guerra che, con insulsa vanità, si propone di insanguinare il già provato pianeta.
Fuggiti dai concreti piaceri del vitigno, i nostri, (si scusi il termine) eroi sembrano prediligere il petrolio, ancorché il vino o i distillati, ad oggetto delle proprie smisurate brame. Entrambi con un unico e coerente obiettivo: farne aumentare il prezzo.
E di petrolio dunque si parli, visto che non abbiamo di meglio. L’oro nero, sommamente inquinante e a differenza dell’oro, di vischioso ed insalubre aspetto, attraversa una delle sue cicliche fasi di scarsezza. E non perché non ve ne sia abbastanza sulla terra, anzi sotto la terra. Finirà ben prima il genere umano del petrolio, se non pone fine alla dissennatezza di usarlo come principale fonte di energia.
Sul petrolio si dicono molte sciocchezze. Modelli matematico-statistici che ne prevedono la fine entro pochi anni, congiure di palazzo della famiglia Saud, apocalittici scenari sui consumi cinesi. Ripeto: molto probabilmente sarà il petrolio a mettere fine al genere umano, ma non per la sua scarsità, semmai per la sua abbondanza e per il suo uso scriteriato. Il fatto è che le riserve mondiali di petrolio sono oggi un multiplo di quelle che erano negli anni ’70, quando già gli apocalittici del Club di Roma volevano convincermi ad andare in bicicletta. Riaffermo: la bicicletta è sicuramente salubre, ma con il petrolio non ha nulla a che vedere.
Ed allora, come diceva il banchiere Mattioli, facciamo due conti. La domanda mondiale di petrolio nel II° trimestre 2004 è stata 80,90 milioni di barili/giorno, contro i 79,77 del 2003. Un po’più di 1 milione di barili di domanda. Circa 1 milione di barili ne ha assorbiti la Cina, che è passata dai 5,55 del 2003 ai 6,57 del II° trimestre 2004. La domanda cinese ha “fatto” il mercato nonostante che il suo “peso”, in termini di incremento di domanda sia pari all’1,25% del mercato.
Troppo poco per spiegare gli incrementi di prezzo.
Ed allora cos’è che spinge in alto i “prezzi del greggio”?
Da economista risponderei:
1) il grado di utilizzo degli impianti, che è superiore al 96%: troppo alto. I mancati investimenti dovuti al “basso” prezzo del petrolio degli anni ’90 fanno sentire il loro effetto con un “gap” temporale di 5/10 anni, che è assolutamente “normale” nell’industria petrolifera. 2) La guerra “irachena”: il cui effetto è però relativo. Nei primi nove mesi del 2004 infatti la produzione si è stabilizzata su 2,4 milioni di barili giorno, nonostante gli attentati. E vero che l’Iraq può superare i 4 milioni di barili giorno, ma è comunque sopra la media degli 1,3 del 2003, anno di guerra. Gli attentati per ora hanno inciso soprattutto sul trasporto via autobotte e sulle interruzioni delle pipelines, più raramente sulla produzione. 3) La contesa sulla “Yukos” fra Putin e la mafia russa, dove Putin rivendica tasse non pagate dal colosso petrolifero per un ammontare tale da farlo fallire. La Russia infatti è il secondo produttore mondiale di petrolio e la Yukos è la più grande compagnia petrolifera del paese. Ora ri-nazionalizzata, con un colpo di mano giusto prima della fine dell’anno. 4) Le crisi in Venezuela e Nigeria, che assommate alle precedenti hanno un influenza maggiore del peso relativo dei due paesi sullo scacchiere internazionale.
Questa congiuntura pone l’Arabia Saudita, primo produttore al mondo di petrolio, e paese più ricco di riserve accertate, cioè disponibili, in una condizione di arbitro del mercato mondiale. 9.500 milioni di barili giorno esclusi i condensati. E possono arrivare a 12 milioni di barili, in caso di crisi.
E i Saud sono il vero mistero. Chi dagli anni ’70 abbia seguito le sorti della dinastia, sa che le strategie saudite sono almeno doppie, quando sono a corto di idee. Unica provincia dell’Impero che può dialogare direttamente con il sovrano, l’Arabia Saudita può disorientare anche gli analisti più accorti. I legami d’interesse e i conflitti con l’imperatore, i rapporti fra la Casa dei Bush e la Casa dei Saud costituiscono la vera chiave interpretativa degli ultimi 30 anni di Storia. (Si veda in proposito l’ottimo libro di Robert Bear – ex agente CIA – “Sleeping with the Devil”, ora tradotto anche in italiano).
Ho incontrato dei Sauditi a uno di quei convegni internazionali che fanno la gioia dei banchieri. Solerti promettevano petrolio a non finire. Il balletto intorno alle cifre delle riserve di petrolio saudite era impressionante. Un dato però risultava certo: in un orizzonte di tempo di cinque-dieci anni i giacimenti di petrolio saudita rappresenteranno l’unica vera “valvola” sul prezzo. Soli i sauditi infatti possono aumentare immediatamente la produzione fino a due milioni di barili al giorno. E due milioni di barili al giorno sono la differenza fra un mercato del greggio “corto” o lungo. Fra 30 dollari barile e 150 dollari al barile. Gli americani lo sanno. I sauditi anche. Bin-Laden pure.
Il vero problema è che, all’interno degli oltre 50.000 principi che formano la casa reale dei Saud, è difficilissimo distinguere i filo-occidentali dai seguaci di Osama Bin Laden. E il motivo è semplice, per quanto sconcertante: sono le stesse persone.
BUSH, BIN LADEN E IL PETROLIO (II)
La Casa dei Saud ha finanziato per 25 anni l'estremismo islamico. Ma ha un problema, il pretendente al trono è completamente pazzo. Dai finanziatori agli operativi: sulle tracce di Bin Laden, dall'Arabia Saudita al Pakistan. Chi paga e chi è pagato?
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2 Gennaio 2005 5:00 ROMA
-“Follow the money” – Segui il denaro diceva Deep Throath (Gola Profonda) ai due giornalisti che incriminarono il Presidente Nixon per lo scandalo Watergate. Ma per seguire questo flusso di denaro non bastano due intraprendenti cronisti del “Washington Post”. Dal 1979 la casa regnante dei Saud lancia la più grossa offensiva di propaganda religiosa mai vista sulla faccia del pianeta: 70 miliardi di dollari è il “budget” iniziale.
Nel 1979 due fatti erano intervenuti a modificare gli assetti del Medio-Oriente: la rivoluzione iraniana aveva creato una teocrazia sciita che sembrava in grado di combattere il “Grande Satana”, gli Stati Uniti d’America. Sempre nel 1979 un gruppo di militanti sciiti si impossessò per alcune ore della Grande Moschea della Mecca, il luogo santo dell’Islam dove è conservata la Ka’aba, la pietra nera. I Principi Sauditi si risvegliarono dal loro ozio fatto di ville sulla costa azzurra, Ferrari, Roll’s Royce e Rolex tempestati di diamanti. Gli “eretici” sciiti erano alle porte, l’Iran di Khoimeni si espandeva fino a Beirut dove nasceva il Partito di Dio, gli Hezbollah. Tutti i regimi mediorientali tremavano sotto la minaccia della Shia. A Istambul le donne si vestivano “all’iraniana”, Chador e cappotti lunghi grigi. A partire dagli anni ’80, con la guerra in Afghanistan, il flusso di denaro aumenta. I risultati si vedono: 1.500 moschee, 210 centri islamici, 202 collegi e circa 2000 scuole realizzate in quegli anni solo nei paesi non-islamici.
Le organizzazioni “di carità” incanalano flussi continui di valuta verso tutte le organizzazioni radicali islamiche, dall’Algeria al Sudan, dall’Indonesia alle Filippine.
Incontrammo Ben Bella ad Algeri: era appena iniziata la “mattanza algerina”, che è costata la vita ad oltre 300.000 persone. Gli chiedemmo chi secondo lui finanziasse gli estremisti islamici. “Ci rispose: “I Saud, cioè gli americani”.
Riyadh e Washington insieme fornirono 3,5 miliardi di dollari ai “mujaddin” che combattevano in Afghanistan. Durante la guerra in Bosnia i Saud misero a disposizione dei gruppi integralisti circa 150 milioni di dollari. Lo stesso fu fatto in Cecenia.
Ora è difficile credere che questa politica estera Saudita possa essere durata circa 25 anni senza che gli Americani ne sapessero nulla. Ma è proprio quello che il “rapporto al Congresso sul 9/11” ci vuol far credere. Più realistico pensare che in questo fiume di dollari, di petro-dollari, nuotassero molti pesci dell’amministrazione U.S.A. Di alcuni si ha diretta notizia, come dell’ex Direttore della CIA Richard Helmes, coinvolto nello scandalo BCCI come risulta dal “Rapporto Kerry”. Di altra si ha evidenza dai libri soci di alcune società ben introdotte in Medioriente come il “Carlyle Group” o la “Halliburton”. Quindi Bush padre e Cheney, Frank Carlucci e James Baker III.
Diversi agenti Cia hanno raccontato come per tutti gli anni ’90 qualsiasi inchiesta sul terrorismo islamico che coinvolgesse la famiglia reale Saudita venisse immediatamente fermata dai livelli gerarchici più alti. (cfr. The Saudi Connection “How Billions in oil money spawned a global terror network”. Stessa storia per il Pakistan e per il suo famigerato servizio segreto: l’I.S.I.
All’interno della Casa Reale Saud il “prediletto” di Re Fahd è Abdul Aziz, detto “Azouzi” che in arabo significa “Caro” a detenere la leadership nei finanziamenti agli integralisti. “Caro” girava con una Harley Davidson dentro i palazzi sauditi, travolgendo servi e schiavi. “Caro” è un po’ lento di cervello, viziato, inaffidabile. “Caro” ha speso 4,6 milardi di dollari per un palazzo. “Caro” ha ricostruito la “Mecca” in scala e paga attori perche recitino la parte dei “fedeli 24 ore su 24. Ha ricostruito anche l’Alhambra Medina e una mezza dozzina di siti islamici. “Caro” è pazzo da legare. Ma l’indovino di Re Fahd disse che “Azousi” avrebbe portato fortuna e lunga vita al Re. E ormai Fahd è ridotto a un vegetale. Defeca in pubblico e può essere mostrato solo da lontano alle cerimonie del regno. Recentemente gli uomini di Ghedaffi hanno cercato di eliminarlo. Inutilmente.
Regna Abdullah, il reggente uomo di costumi severi, della tribù dei Rashid. Uomo che viveva nel deserto amava i datteri ed il latte di capra. Ma intorno ci sono Salman, Sultan e Nayef. La “guerra di successione saudita” è già iniziata. E qualcuno pensa che porterà alla fine della “Casa dei Saud”.
Dai finanziatori agli operativi. Dall'Arabia Saudita al Pakistan: sulle tracce di Bin Laden.
Il reddito procapite nell’Arabia Saudita è passato dai 28.600 dollari del 1981 ai 6.800 del 2001. Nel 1981 era ancora in corso la guerra fra Iraq ed Iran che ha tenuto per anni alto il prezzo del petrolio. Il 9/11 2001 avviene l’attacco alle “Twin Towers”. L’Arabia Saudita subito dopo l’11 settembre invia negli USA oltre 9 milioni di barili di petrolio, scongiurando un inflazione devastante sui prezzi delle merci americane. Nel 2003 il P.I.L. dell’Arabia Saudita è cresciuto del 7,2%. E anche per il 2004 ed il 2005 si prevedono incrementi del P.I.L. superiori al 6%.
L’alleato saudita paga ed è pagato. Chi paga e chi è pagato? “That is the question”.
Esiste una sezione speciale della CIA. Si chiama Illicit Transactions Group (ITG). Cerca di trovare i canali che finanziano i terroristi, ed Al Qaeda in particolare. In Bosnia nell’ottobre del 2001 le forze della Nato fanno un'irruzione dell’Alta Commissione Saudita per gli Aiuti in Bosnia, fondata dal Principe Salman. Trovano foto degli attentati alle ambasciate USA in Kenia e Tanziana, prima e dopo il bombardamento, trovano foto del Word Trade Center e dell’incrociatore “Cole”, affondato da un commando di Al Qaeda. Ma c’è di più: $130.000 sono stati versati da Haifa moglie dell’ambasciatore saudita negli U.S.A., Principe Bandar, a due degli attentatori delle “Twin Towers”. Altri 100.000 $ sarebbero stati versati secondo il "Times of India" direttamente dal generale capo dell'I.S.I., il servizio segreto pakistano a Mohammed Atta. Il generale stava a Washington durante l'11 settembre e si incontrò con alti esponenti dell'Amministrazione Bush. Fra cui Richard Armitage. Il Generale ora è in pensione. Presumibilmente i suoi conti in banca no.
Tutte le indagini concernenti il flusso di fondi che portano ad Al Qaeda sono state bloccate. Ahmed Idris Nasreddin e Youssef M. Nada, indicati dopo l’11 settembre come due delle principali fonti finanziarie di Al Qaeda sono ancora a piede libero. Nada possiede ancora un albergo a Milano. Tutte le indagini sulle fonti finanziarie del terrorismo indicano un unico grande “sponsor”: la “famiglia Saud”. Ma questo non sembra interessare a nessuno, tranne che a Michael Moore.
La IIRO, controllata dal Gran Mufti di Riyadh, come la Muslim Word League ed altre centinaia di associazioni “caritatevoli” continuano a finanziare l’estremismo islamico in Bosnia, Kossovo, Checenia, Algeria, Sudan, Indonesia, Filippine, Thailandia Malesia ecc.
In Macedonia il fratello di Zawahiri, lo sceicco egiziano "numero due" di Al Qaeda ha agito indisturbato fino all’ 11 settembre. Guidava i ribelli di etnia albanese, mussulmani, sostenuti dal Kossovo Liberation Army (KLA). Ha avuto ospitalità in una base di una consociata della “Halliburton”.
A volte navigare su “Internet” non è solo piacevole. Ma anche interessante. E’ così che ho scoperto South Asia Analysis Group, un sito legato all’”intelligence” dell’India.
Ora gli indiani il problema del “fondamentalismo islamico”, come dire, ce l’hanno. In casa ed alle frontiere. E a volte sembrano decisamente sconcertati dal comportamento degli Americani. Come quando gli USA si fanno scappare Osama da Tora Bora. A loro risulta che sia stato ospitato e curato in Pakistan da ex membri dell’I.S.I. (il servizio segreto pakistano). Agli Americani no.
Non solo, agli indiani risulta anche che il capo della banda di rapitori di alcuni ingegneri cinesi in Afghanistan sia Abdullah Mahsud, un capo talebano arrestato durante l’offensiva americana del 2001-2002, deportato a Guantanamo e poi rilasciato. Attualmente è operativo nell’area del Sud Waziristan.
Ma ciò che manda decisamente “ai matti” i poveri indiani è la questione delle cassette audio e video di Osama. Si tratta di ben 30 messaggi, dal 9/11/2001 recapitati tutti alla sede di Al Jazeera ad Islamabad. Ora – dicono gli indiani - come è possibile che trenta invii fatti da persone che presumibilmente sono in contatto diretto con Osama Bin Laden, che non usa altra forma di comunicazione con il mondo esterno, non siano stati soggetti neanche ad una “intercettazione” da parte della CIA, dell’FBI o dei servizi segreti pakistani (ISI), che non trascurano, peraltro, di interrogare chiunque, per caso, entri nell’ambasciata indiana a Islamabad?
Gli indiani si ritengono parte importante, e non a torto, della “guerra al terrorismo islamico”. Ma sono assolutamente sconcertati dal comportamento degli U.S.A.
I quali stanno chiudendo l’anno in bellezza con la fornitura di F/16 (che possono trasportare armi nucleari), batterie di missili anti tank e anti arereo, sistemi radar per la marina e batterie di modernissimi cannoni “Vulcan” proprio all’esercito pakistano del Gen. Musharraf.
(continua)
lunedì, gennaio 03, 2005
la Borsa Ue dei «venditori di fumo»
Nasce la Borsa Ue dei «venditori di fumo»
Parte il mercato europeo delle emissioni nocive: chi inquina meno potrà vendere quote di Co2 a chi inquina di più
Parte il mercato europeo delle emissioni nocive: chi inquina meno potrà vendere quote di Co2 a chi inquina di più
il cavalletto
Proposta di legge di An: ergastolo per chi attenta il premier
Luzi paragona il premier a Mussolini, è scontro
Il neosenatore a vita minimizza l'aggressione a Berlusconi: «Se l'è cercata».
un bellissimo inizio di 2005!!!
Luzi paragona il premier a Mussolini, è scontro
Il neosenatore a vita minimizza l'aggressione a Berlusconi: «Se l'è cercata».
un bellissimo inizio di 2005!!!
ooo, estas?
mctober:holaaaa como has pasado el fin de ano?
Panini:de puta madre y vos?
mctober:tranquilo, en casa con la senora y a la cama a la 1
osomalo (miii):oh
Panini: minkiaaaaaaaaaaa, allora? la scopata del 2005?
miii: ma ciccio, non male devo dire
Panini: allora è andata in porto?
miii: ma cettu... Era una troia fuori scala. Come si dice puttana o troia in inglese?
Panini: :-D ahahahahahhaha
miii: per adesso sò dire "your mather's big pussy" che alla fine altro non è che l'equivalente di sticchkiazzu i to matri... ;-)
Panini: allora sei pronto per partire? LONDRA ti aspetta!!!
miii: si, stò arrivando! minkia, devo comprare una coppola e mandarla a bertone
Panini:hai imparato a stirare le camice?
mctober:passi dallo Sri Lanka x dare una mano?
miii: no no. arrivo dritto a londra
mctober:a che aeroporto?
miii: aspe,che guardo il nome... From Palermo(PMO) to London Stansted(STN)
Sat, 15 Jan 05 Flight FR3917 Depart PMO at 10:50 and arrive STN at 12:55. solo 2 ore e 5 minuti
mctober:bono, c'è il treno che parte da dentro l'aeroporto e ti porta al centro di londra
miii: lo sò, devo fare 3 cambi per arrivare dal mio amico
mctober: così non ti perdi il 1° giorno
miii: no no. lunedi inizio a lavorare
mctober: intanto digli all'amico che ti compri una bicicletta Xchè il taxi è caro
miii: no, abiterò in zona 1, è ben servita, tutto con metro, senza problemi.
mctober: e centimetri?
miii: 18 di soddisfazione. cmq devo farmi subito la troia li, cosi accelerò l'inglese
mctober: attento al culo!!!!
miii: berto, nada problem
mctober: finchè non sei a Londra non credo che ci andrai
miii: ok, quando arrivo, ti mando la cartolina, cosi ci crederai! che ti piaccia o no, io ho deciso e ci voglio andare. devo imparare l'inglese più in fretta possibile, prima imparo prima finirò di fare il cameriere!
mctober: fare il cameriere è bono!!! a Londra
miii: berto 1000 sterline al mese, per correre avanti e indietro senza nemmeno le mance:-(
Panini:e poi? big trader di limoni?
miii: berto, io se vado li, è per non abbamndonasre il mkt! in italia non esiste lavorare nel settore, tranne che hai conoscenze o o portafoglio
mctober:il passaggio da cameriere a cliente è bono. 2+2=4
miii: cosa vuoi dire?
mctober:fai hattrini a palate e poi ti diverti a fare il cliente signorone
miii: facendo il cameriere??? ma stai a scherza? berto, io spero che in 6 mesi imparo la lingua e e li inizierò a mandare curriculum. è venuto quel ragazzo che mi ospita qui a casa tanto di master etc... non aveva l'idea di cosa fosse il mkt e mi fà: che cazzo ci fai qui? e lo hanno ingaggiato a 35.000 sterline l'anno come primo impiego. ma è come ingaggiare un bambino di 5 anni con tanta teoria e 0 pratica, praticamente 0. c'è un abisso tra il master e il mkt: altrimenti sarebbero tutti bravi quelli che fanno il master, o no? é come dire ti fai il corso siat e sei miliardario. non funge cosi il gioco, non credi?
mctober:c'è anche il culo di mezzo!
miii: ovvio, ma come dice taleb, prima o poi se vai avanti di culo cadrai. ci voli a sustanza
mctober:la testa è incima, il culo no
miii: e si, cmq mi romperò il culo a studiare notte e gg, l'ho fatto in passato e lo farò pure adesso, anzi sono pure più motivato spero dopo che possa avere 1 possibilità il culo mi serve solo all'inizio poi a sustanza farà il resto
mctober: assistere al crollo del capitalismo mondiale da Londra è veramente figo
miii: berto che salga che scenda, non m'interessa, m'interessa esserci e li vedrò cosa fare, ma se non ci sono non serve a 1 cazzo avere ragione
mctober: come? e la soddisfazione intellettuale dove la metti?
miii: ovvio, ma non ti inchi a panza ca soddisfazione purtroppo
ci vogliono tutte e 2 le cose.
mctober: chissà che non ti scopra un grande della finanza e capisca
miii: berto, io le carte c'è le ho per poterlo fare, mi serve un pò di culo
per entrare in qualche posto, pure come passa carte, il resto verrà da se...
Panini: minkia, ti ho BLOGGATO!!!
miii: cettu chi non n'hai cuffari
Panini: che minkia dici?
miii: che hai molto tempo da perdere. ciccio,l'ho letto. sei una testa di cazzo!
Panini: grazie, Super-Minkia!
miii: super dick, vuoi dire. ormai sono poliglotta, gnurantuni!
Panini: ok, sir DICKMAN, d'ora in poi ti chiamero così e non minkiaaaaaaaaaa!
miii: cazzo sà di super eroe! me gusta!!!
Panini: sir DICKMAN, come lo vede questo anno nuovo?
Panini:de puta madre y vos?
mctober:tranquilo, en casa con la senora y a la cama a la 1
osomalo (miii):oh
Panini: minkiaaaaaaaaaaa, allora? la scopata del 2005?
miii: ma ciccio, non male devo dire
Panini: allora è andata in porto?
miii: ma cettu... Era una troia fuori scala. Come si dice puttana o troia in inglese?
Panini: :-D ahahahahahhaha
miii: per adesso sò dire "your mather's big pussy" che alla fine altro non è che l'equivalente di sticchkiazzu i to matri... ;-)
Panini: allora sei pronto per partire? LONDRA ti aspetta!!!
miii: si, stò arrivando! minkia, devo comprare una coppola e mandarla a bertone
Panini:hai imparato a stirare le camice?
mctober:passi dallo Sri Lanka x dare una mano?
miii: no no. arrivo dritto a londra
mctober:a che aeroporto?
miii: aspe,che guardo il nome... From Palermo(PMO) to London Stansted(STN)
Sat, 15 Jan 05 Flight FR3917 Depart PMO at 10:50 and arrive STN at 12:55. solo 2 ore e 5 minuti
mctober:bono, c'è il treno che parte da dentro l'aeroporto e ti porta al centro di londra
miii: lo sò, devo fare 3 cambi per arrivare dal mio amico
mctober: così non ti perdi il 1° giorno
miii: no no. lunedi inizio a lavorare
mctober: intanto digli all'amico che ti compri una bicicletta Xchè il taxi è caro
miii: no, abiterò in zona 1, è ben servita, tutto con metro, senza problemi.
mctober: e centimetri?
miii: 18 di soddisfazione. cmq devo farmi subito la troia li, cosi accelerò l'inglese
mctober: attento al culo!!!!
miii: berto, nada problem
mctober: finchè non sei a Londra non credo che ci andrai
miii: ok, quando arrivo, ti mando la cartolina, cosi ci crederai! che ti piaccia o no, io ho deciso e ci voglio andare. devo imparare l'inglese più in fretta possibile, prima imparo prima finirò di fare il cameriere!
mctober: fare il cameriere è bono!!! a Londra
miii: berto 1000 sterline al mese, per correre avanti e indietro senza nemmeno le mance:-(
Panini:e poi? big trader di limoni?
miii: berto, io se vado li, è per non abbamndonasre il mkt! in italia non esiste lavorare nel settore, tranne che hai conoscenze o o portafoglio
mctober:il passaggio da cameriere a cliente è bono. 2+2=4
miii: cosa vuoi dire?
mctober:fai hattrini a palate e poi ti diverti a fare il cliente signorone
miii: facendo il cameriere??? ma stai a scherza? berto, io spero che in 6 mesi imparo la lingua e e li inizierò a mandare curriculum. è venuto quel ragazzo che mi ospita qui a casa tanto di master etc... non aveva l'idea di cosa fosse il mkt e mi fà: che cazzo ci fai qui? e lo hanno ingaggiato a 35.000 sterline l'anno come primo impiego. ma è come ingaggiare un bambino di 5 anni con tanta teoria e 0 pratica, praticamente 0. c'è un abisso tra il master e il mkt: altrimenti sarebbero tutti bravi quelli che fanno il master, o no? é come dire ti fai il corso siat e sei miliardario. non funge cosi il gioco, non credi?
mctober:c'è anche il culo di mezzo!
miii: ovvio, ma come dice taleb, prima o poi se vai avanti di culo cadrai. ci voli a sustanza
mctober:la testa è incima, il culo no
miii: e si, cmq mi romperò il culo a studiare notte e gg, l'ho fatto in passato e lo farò pure adesso, anzi sono pure più motivato spero dopo che possa avere 1 possibilità il culo mi serve solo all'inizio poi a sustanza farà il resto
mctober: assistere al crollo del capitalismo mondiale da Londra è veramente figo
miii: berto che salga che scenda, non m'interessa, m'interessa esserci e li vedrò cosa fare, ma se non ci sono non serve a 1 cazzo avere ragione
mctober: come? e la soddisfazione intellettuale dove la metti?
miii: ovvio, ma non ti inchi a panza ca soddisfazione purtroppo
ci vogliono tutte e 2 le cose.
mctober: chissà che non ti scopra un grande della finanza e capisca
miii: berto, io le carte c'è le ho per poterlo fare, mi serve un pò di culo
per entrare in qualche posto, pure come passa carte, il resto verrà da se...
Panini: minkia, ti ho BLOGGATO!!!
miii: cettu chi non n'hai cuffari
Panini: che minkia dici?
miii: che hai molto tempo da perdere. ciccio,l'ho letto. sei una testa di cazzo!
Panini: grazie, Super-Minkia!
miii: super dick, vuoi dire. ormai sono poliglotta, gnurantuni!
Panini: ok, sir DICKMAN, d'ora in poi ti chiamero così e non minkiaaaaaaaaaa!
miii: cazzo sà di super eroe! me gusta!!!
Panini: sir DICKMAN, come lo vede questo anno nuovo?
2005: le borse partono alla grande
I mercati europei entrano nel nuovo anno con una balzo in avanti, che li porta ai livelli massimi degli ultimi 30 mesi: sarà un buon segno?
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